La mappa del potere per gli appalti

31 Luglio 2011

Nelle carte dell'accusa i ribaltoni politici e le alleanze di Roselli. Si dimette un assessore

SPOLTORE. L'instabilità politica dell'amministrazione di Spoltore, il cui specchio è il Pd scivolato nel corso degli anni dalla maggioranza all'opposizione, è un altro punto nell'inchiesta che il 26 luglio ha portato agli arresti domiciliari del sindaco senza più colori Franco Ranghelli, dell'ex Pd ed ex segretario regionale Api Marino Roselli e del socialista Luciano Vernamonte. «Tornando alle vicende politiche di Spoltore circa le coalizioni di maggioranza», recita un passaggio dell'informativa della Forestale inviata alla pm Gennaro Varone, «si registra che dopo la rottura dell'alleanza politica che ha permesso l'elezione di Ranghelli a sindaco la giunta si basa sul voluminoso pacchetto di voti e di assessori prestati da Roselli e Vernamonte».

«ALLEANZA ROTTA».
Ci sono anche i ribaltoni politici nell'inchiesta che ha paralizzato il Comune di Spoltore: l'amministrazione Pd che nel 2009, dopo due anni dall'elezione del sindaco, aveva già cambiato 22 assessori e che, sempre in quell'anno, aveva iniziato a imbarcare esponenti provenienti da Alleanza nazionale. Un pastrocchio politico descritto anche dagli investigatori quando delineano i due piani: l'alleanza e la rottura di questa seguita all'arrivo di un nuovo scacchiere intrecciato agli interessi. «Attualmente», nota la Forestale, «tutti i partiti ricompresi nella coalizione che ha sostenuto la candidatura di Ranghelli, ovvero Pd (Margherita più Democratici di sinistra), Sdi, Rifondazione Comunista, Italia dei Valori e Verdi sono usciti dalla maggioranza». E dopo lo sbandamento, per l'accusa, le scelte amministrative di Spoltore sarebbero state prese non dalla giunta e dal consiglio comunale ma dalla «cabina di regia»: in quelle riunioni a cui partecipavano Roselli e Vernamone, personaggi senza incarichi istituzionali.

«GRUPPI E INTERESSI».
«Roselli è sostenuto dagli imprenditori Alessandro D'Onofrio per l'accordo di programma del cimitero e, poi, da Marcello Sborgia (non indagato, ndr) e Luigi Zampacorta con cui gestisce, a livello di monopolio, le pratiche edilizie di Spoltore di cui ne ottiene la progettazione», scrivono gli investigatori delineando la prima nuova alleanza. «Vernamonte», proseguono, «è sostenuto dalla Deco Spa dei fratelli Di Zio (non indagati, ndr) di cui è in corso di approvazione un importante accordo di programma per la realizzazione di un impianto di trattamento rifiuti nella zona agricola del Prg».

E' anche dalla nascita di questi nuovi gruppi che, per l'accusa, sono passati i filoni dell'inchiesta quasi tutta dedicata all'urbanistica - dall'accordo per il cimitero alla costruzione delle Due torri - e con un'appendice che invece riguarda i rifiuti. Per il pm, i tre politici di Spoltore, agli arresti domiciliari dall'alba di martedì scorso, devono rispondere di associazione per delinquere e corruzione mentre i dieci indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, falso e corruzione.

L'ASSESSORE LASCIA.
Intanto, mentre il sindaco non ha intenzione di dimettersi, è l'assessore all'Urbanistica di Sel Edgardo Cotellucci, non indagato, a rassegnare le dimissioni con una lunga lettera che inizia così: «Le indagini e i provvedimenti della magistratura aprono interrogativi inquietanti certamente tutti da dimostrare ma, per quanto mi riguarda, sufficienti a vanificare le possibilità di proseguire con serenità in una delega basata sulla riqualificazione dell'attività urbanistica. Un obiettivo dichiarato con l'avvio del progetto Urbanistica zero proprio per porre le condizioni per nuove modalità di intervento sul territorio».

L'assessore, poi, prosegue: «Sono propositi che dopo gli ultimi avvenimenti appaiono svuotati di qualsiasi interesse, per rimandare alla necessità espressa e invocata a tutti i livelli di un reale rinnovamento, capace di superare quel fare politica troppo vicino agli imprenditori e distante dai cittadini. Una situazione difficile ma non nuova a Spoltore».

Ancora, nella lunga analisi l'ex assessore Cotellucci ammette: «Certo, il clima politico che si avverte non promette nulla di buono: la contrapposizione di blocchi di potere politico-imprenditoriale con interessi diffusi nell' edilizia come nella raccolta dei rifiuti, ha determinato un clima a dir poco avvelenato. Rivolgo più di un pensiero di solidarietà al sindaco Ranghelli e ai componenti della giunta perché tutto possa essere spiegato e ricondotto alla realtà dei fatti. Per quanto riguarda l'attività amministrativa va sottolineato che gli argomenti sviluppati sono stati il piano di salvaguardia sul fiume Pescara, il piano delle antenne, il nuovo Prg. Attualmente, per me, non esistono più le condizioni per continuare ritenendo che questa decisione non deve essere intesa come una presa di distanza nei confronti dell'amministrazione».

«ARRENDETEVI.
Mentre i cittadini di Spoltore sono sconvolti dagli arresti e il residente Dino De Lellis precisa che «se le accuse risultassero vere i politici dovrebbero lasciare», in consiglio comunale è stato srotolato lo striscione: «Arrendetevi».

Oggi, il consigliere dell'Italia dei Valori Luciano Di Lorito spiega: «Nel consiglio comunale la maggioranza ha preferito mettere la testa sotto la sabbia penalizzando ancora una volta i cittadini che attendevano risposte. Ma per l'anomala maggioranza che governa Spoltore conta poco: è questo il modo di fare che ha fatto sprofondare la città nella drammatica condizione politica amministrativa e giudiziaria». Infine, l'associazione ambientalista Terra Nostra aggiunge: «Il nostro è un invito alla resa».

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