Gianluca, Angela e la piccola Francesca in un giorno felice

SCAFA

"La nostra Francesca vive ancora nei tre bimbi che ha salvato"

I genitori della piccola morta dopo l'incidente: difficile firmare per la donazione ma ora questa decisione ci conforta. Il papà Gianluca: "Era una figlia rock, ci ha dato tanta gioia"

PESCARA. Hanno una forza enorme. E un cuore grandissimo. Gianluca e Angela, i genitori della piccola Francesca Gerardi, morta a 3 anni venerdì scorso dopo un incidente stradale, raccontano il loro dolore senza fine, la solidarietà che hanno ricevuto e il grande significato della donazione di organi. Perché i reni e il fegato di Francesca hanno dato una nuova prospettiva di vita a tre bimbi. Parla il papà, senza mai lasciare la mano della moglie.
Come sono questi primi giorni senza Francesca?
Rientrando a casa, a Scafa, si prende coscienza dell’evento drammatico che è accaduto. Ci sono tutte le sue cose, tutti i suoi giochi. Una volta spenti i riflettori, ci troviamo io e mia moglie con la nostra tragedia.
Come si va avanti?
Stiamo cercando di andare avanti con la forza delle persone che ci sono state vicine e che continuano a starci vicino facendoci arrivare messaggi di coraggio. E stiamo cercando di trovare la forza che Francesca stessa ci dona perché pensiamo che continui a vivere nel corpo di tre “fratellini”. In un certo modo non è morta e ha fatto un miracolo salvando questi tre bambini, dando un po’ di sollievo a tre famiglie che fino a qualche giorno fa erano disperate come noi.
Tra i tanti ricordi bellissimi, cosa si porta dentro della sua bimba?
Tutto. Tutti i ricordi e tutti i giorni trascorsi insieme. La cosa più drammatica è che prima, tornando a casa, la vedevamo correrci incontro ad abbracciarci, urlando. Adesso, aprendo la porta non c’è nessuno. È questo il grande vuoto che lascia.
Ma c’è un messaggio positivo in tutto questo.
In questa tragedia vogliamo far passare il messaggio che la donazione degli organi è molto importante e permette di dare una speranza a chi non ce l’ha più. La vita continua in un altro modo, grazie alla donazione che consente di aiutare famiglie disperate come la nostra. Invito tutti a capire l’importanza della donazione. Per Francesca è stato fatto l’impossibile nel reparto di Rianimazione. E quando ci siamo resi conto che non c’era più niente da fare, abbiamo pensato alle tante persone che soffrono, per riaccendere in loro una speranza. Mi è stato molto difficile mettere quella firma ma ora so che Francesca ha salvato tre bambini, con la donazione dei reni e del fegato e ha di fatto tre fratellini. Un rene è andato al Bambin Gesù, mentre l’altro rene e il fegato sono stati destinati a Padova.
Ai genitori che dovessero trovarsi nella sua situazione che cosa si sente di dire?
Mi auguro che sia l’ultima volta che succede. Ma purtroppo sappiamo che non è così. Diciamo di trovare la forza nel donare, per dare speranza a qualcun altro.
Che bimba era Francesca?
Era una mattacchiona, rideva e scherzava con tutti, era socievole. Era molto rock. Ecco perché ho scelto una musica rock, per lei, alla fine del funerale. Era la sua musica.
Durante l’omelia il parroco ha sottolineato che Francesca ha insegnato l’amore per la vita. È stato così?
Sì, è vero. Ha dato una “botta” alla nostra vita, a quella dei nonni e degli zii, una botta di energia. Ha portato molta gioia nelle nostre vite, come figlia e come nipote. Era considerata la nipotina di tutti, giocava con tutti. Le persone arrivate in chiesa con le magliette dedicate a Francesca sono collaboratori dell’Arca, dove lavoro come guardia giurata. Si sentono tutti suoi zii proprio perché aveva un modo di fare socievole e allegro. Io ho insegnato a mia figlia ad essere forte come il papà e a prendere la vita con allegria come facciamo io e la madre. Mi chiamano “il maresciallo” e lei era la nostra piccola marescialla. Si faceva valere nonostante fosse piccolina. Aveva un bel caratterino, era una peperina. In tutto e per tutto come il papà.
Come vede il domani?
È una domanda da un milione di dollari. Il messaggio che voglio far passare in questo momento di disperazione è che Francesca ha dato ad altri tre bambini la possibilità di avere un domani. La vita va avanti ed è giusto dare un messaggio di coraggio ad altre persone.
Per lei è anche il momento dei ringraziamenti, a cui tiene molto.
Attraverso il Centro, che ha raccontato con sensibilità la vicenda di Francesca, voglio ringraziare tutte le persone intervenute in questa triste storia: il 118, il comando dei vigili del fuoco di Pescara - distaccamento di Alanno, il comando dei carabinieri di Lettomanoppello, la polizia stradale di Piano D’Orta che sono intervenuti dopo l’incidente stradale. Un ringraziamento, poi, al personale della Rianimazione dell’ospedale di Pescara, che è andato oltre il profilo professionale, e alla dottoressa Maria Rita Zocaro che si è interfacciata con noi con grande umanità. E poi ancora ringrazio il sindaco di Scafa Maurizio Giancola, che ha proclamato il lutto cittadino, ci ha messo a disposizione un’ambulanza e bloccato le strade in occasione dei funerali, il sindaco di Spoltore Luciano Di Lorito, che è venuto a trovarci per assicurare il sostegno e la solidarietà del Consiglio comunale, il sindaco di San Valentino, paese di origine di mia moglie, Antonio D’Angelo, che ha proclamato il lutto cittadino, la D’Amico group e il centro commerciale l’Arca, nella persona del direttore Paolo Palombo e tutti i collaboratori del centro, e il supermercato Carrefour di Turrivalignani dove lavora mia moglie, poiché hanno dato massima disponibilità per aiutarci. Ci tengo a precisare che il centro l’Arca si è reso disponibile insieme a tutte le persone sopra citate per organizzare un evento con una raccolta fondi da donare all’ospedale a uno dei reparti che si occupa dei bambini.
©RIPRODUZIONE RISERVATA