LA "MERICA" DI TERESINA
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Briganti in fuga, contadini, pastori, braccianti, quasi in sordina cominciarono a partire. Molti di loro non avevano mai visto nemmeno una città di provincia o il mare. In un solo colpo conobbero il treno, la grande città, la nave, l'oceano. La maggior parte di essi, che parlava solo il dialetto e
non sapeva né leggere né scrivere, si ritrovò con un'altra lingua, sotto un altro cielo, in un altro mondo: la Merica. A seguirli furono in tanti. Tra questi Antonio, detto Ceccucce. Era giovane e pieno di vita. Voleva lavorare: nei campi, in cantiere, in fabbrica, ovunque fosse, pur di sfuggire alla rassegnazione che vedeva intorno a sé e ai tanti soprusi dei signorotti locali. Le uniche ragioni che avrebbero potuto fermarlo si chiamavano Elisa, la giovane moglie, Teresina e Carlo, i figli di uno e due anni. Decise che era anche per loro che doveva partire. Sapeva che in America non sarebbe stato tutto rose e fiori, e non avrebbe trovato dollari sugli alberi, come raccontavano alcuni dei suoi compaesani.
Passarono quattro anni. Un giorno finalmente Elisa ricevette la lettera che aspettava. Ceccucce le scriveva di raggiungerla. Quella notizia le aprì il cuore, facendole dimenticare anni di solitudine e di lontananza. Con gioia comunicò ai due figli che avrebbero ben presto raggiunto il padre in America. Preparò tutto quanto era necessario per la partenza e una mattina di novembre tutti e tre, tra le lacrime dei parenti e i primi fiocchi di neve di un inverno alle porte, salirono sul 'postale' per andare a Teramo e da lì iniziare il vero viaggio verso il nuovo mondo. I bambini avevano cinque e sei anni, erano sempre vissuti ad Azzinano, il loro piccolo paese situato proprio alle pendici del Gran Sasso, e quelle quattro case, i campi e i boschi che le circondavano, la piazzetta per giocare, la bottega di Algisa e la chiesetta di Santa Lucia, avevano rappresentato tutto il loro mondo. Quando giunsero a Teramo, scesero dal postale e in attesa della coincidenza per Giulianova, da dove raggiungere Foggia e infine Napoli, Elisa prese i suoi figli per mano e si diresse, attraversando Piazza Garibaldi, verso il forno per comprare un po' di pane per il viaggio. Era giorno di mercato. Quando la bambina vide quel brulicare di persone strinse più forte la mano della mamma, la guardò con le lacrime agli occhi e le chiese con apprensione:
"Mamma, e adesso che siamo in America, come facciamo a trovare papà in mezzo a tutta questa gente?"
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