Lady Bmw racconta in aula i ricatti a luci rosse

La deposizione dell'ereditiera tedesca: "Mi fidavo di Helg Sgarbi e gli ho consegnato i soldi, poi ha cominciato a minacciarmi con delle foto". Poi ha negato di conoscere l'imprenditore Ernani Barretta accusato di tentata estorsione

PESCARA. E' durata tre ore la testimonianza di Susanne Klatten, la proprietaria della Bmw, nel processo sui presunti ricatti a luci rosse a facoltose donne tedesche. Nel processo è imputato Ernani Barretta, l'imprenditore di Pescosansonesco, ritenuto a capo di un'associazione che agganciava donne facoltose tedesche per filmarne i rapporti intimi. La Klatten, che nel processo è parte civile, ha risposto alle domande del pm Gennaro Varone e della difesa. "Non  ho mai conosciuto Barretta", ha esordito la donna che è arrivata in tribunale a bordo di un furgone Mercedes.

"La mia relazione con Helg Sgarbi", ha proseguito, "è inziata a fine agosto 2007 ed è finita il mese successivo, quando ha iniziato a minacciare me e la mia famiglia. Sgarbi mi chiese 7 milioni di euro dicendomi che aveva investito una bambina in un incidente in America e che aveva bisogno di quei soldi per sostenere finanziariamente le spese della bimba gravemente ferita e dei suoi avvocati. Mi fidavo di lui e gli ho consegnato la somma in contanti in un garage di un hotel di Monaco di Baviera. Ma poi Sgarbi ha iniziato a minacciarmi dicedomi che avrebbe raccontato la nostra storia sentimentale alla stampa e recapitandomi anche due foto."

In seguito a questi episodi la donna, che ha lasciato il tribunale intorno alle 15, ha detto di aver sporto denuncia. Oltre alla Klatten sono state ascoltate, sempre come testimoni, le altre due presunte vittime dei ricatti a luci rosse.  Durante il processo è stato consegnato un foglio, sequestrato a Barretta dalla polizia austriaca, contenente dei numeri di telefono, uno dei quali appartenenti a Sgarbi e tre alla Klatten.

Susanne Klatten, proprietaria della Bmw, è arrivata a Pescara in mattinata con un jet privato proveniente dalla Germania e poi è stata condotta direttamente nel palazzo di giustizia di Pescara a bordo di un furgone Mercedes con i vetri oscurati. La sua scorta è arrivata invece in città nella giornata di ieri.

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