Pescara

L’anarchico pescarese Cospito resta al 41 bis, respinto il ricorso: “Manifestamente infondato”

26 Settembre 2025

Anche la Corte europea dei diritti dell’uomo ha respinto il ricorso del 58enne pescarese Alfredo Cospito per la revoca del carcere 41-bis. I legali: “Prendiamo atto della decisione, era scontata”

PESCARA. "Manifestamente infondato". Con queste parole la Corte europea dei diritti umani mette la parola fine al ricorso di Alfredo Cospito contro il 41bis a cui è sottoposto dal 4 maggio 2022. Una vicenda, quella del carcere duro per l'anarchico pescarese, condannato per reati di terrorismo, tra cui l'attentato del 2006 alla scuola allievi carabinieri di Fossano, che ha fatto infiammare gli animi. Ha esacerbato le tensioni politiche tra partiti di governo e d'opposizione, degenerando anche in bagarre in Parlamento.

Senza contare che, in più di un'occasione, i cortei in suo favore, in varie città italiane, si sono trasformati in guerriglia ed è stato anche all'origine del processo e della condanna del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, per rivelazione di segreto d'ufficio. Nella sentenza la Corte di Strasburgo non ha accettato nessuna delle tesi presentate dai legali di Alfredo Cospito. Non quella che il regime del carcere duro gli è stato imposto arbitrariamente, senza un'adeguata motivazione, né quella che le sue condizioni di salute erano incompatibili con la detenzione.

"Prendiamo amaramente atto della decisione, tutto sommato scontata. La giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani è nota e non lasciava grandi speranze di successo", afferma l'avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore di Alfredo Cospito. "Tra pochi mesi scadrà il termine di quattro anni del provvedimento applicativo del 41bis e vedremo quali saranno i pareri che giungeranno al ministro Nordio sulla necessità o meno del rinnovo", prosegue il legale, aggiungendo che "nel 2022 la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo aveva rivisto il proprio parere sulla necessità del 41 bis per Cospito associandosi alla difesa nel richiederne la revoca anticipata. Speriamo che confermi il convincimento espresso allora".

La decisione della Corte dei diritti umani di rigettare il ricorso dell'anarchico è basata sulle informazioni che hanno fornito le autorità italiane oltre che sul fatto che Cospito "non ha presentato alcuna prova che consentisse di concludere che l'applicazione delle restrizioni previste dal regime penitenziario speciale fosse manifestamente ingiustificata e nemmeno alcun elemento convincente che potesse far sorgere legittimi dubbi sulla sua capacità di mantenere i contatti con i movimenti anarchici".

Nella sentenza i togati evidenziano che "l'ordinanza ministeriale, su cui è basata l'applicazione del 41 bis a Cospito, dà una descrizione dettagliata e personalizzata, basata su prove fornite da diversi organismi e agenzie statali, tra cui, i precedenti penali, le sue condanne, il suo ruolo all'interno di quelle che sono definite associazioni sovversive e, in particolare, alcuni movimenti anarchici". Mentre per quanto riguarda le condizioni di salute di Cospito e la loro compatibilità con il 41 bis e con la detenzione in generale, la Corte osserva che il deterioramento delle condizioni di salute era collegato allo sciopero della fame da lui iniziato il 20 ottobre 2022 e terminato il 9 aprile 2023. Infine i giudici affermano che i tribunali nazionali, nel rigettare la richiesta di sospensione della pena detentiva per motivi di salute, si sono basati su molteplici perizie mediche, e che le loro decisioni sono ben motivate.