L’Aquila, il Mammut a guardia del Munda: ritorno al Castello dopo 16 anni

Da domani il museo d’Abruzzo rientrerà nella sua sede storica all’interno del Forte cinquecentesco, posizionate 98 opere dal Medioevo al Barocco. Spazi rinnovati con allestimenti inclusivi e multimediali
L’AQUILA. Testimone silenzioso di anni di polvere, ponteggi e cantieri, è sempre rimasto lì, confinato nel salone dove alloggia dal 1960, nella casamatta del bastione est del forte spagnolo. Mentre tutto intorno crollava, veniva sgomberato, smontato e poi lentamente ricostruito, il mammut non ha mai lasciato il castello. Il sisma del 2009 ha svuotato sale, disperso collezioni, costretto il museo nazionale d’Abruzzo a un lungo esilio, ma Pietro, uno degli scheletri di Mammuthus meridionalis meglio conservati, non si è mosso. Intorno a lui il museo cadeva e rinasceva, le opere partivano e tornavano, il castello cambiava volto. Domani, quando il Munda riaprirà le sue porte nella sede storica, sarà ancora il mammut ad accogliere i visitatori. La conferenza stampa di presentazione della rinnovata sede del museo si terrà questa mattina. A introdurre l’incontro sarà la direttrice del museo, Federica Zalabra. È prevista anche la presenza del professor Massimo Osanna, direttore generale Musei del ministero della Cultura, insieme al presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, al sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi e a Salvatore Provenzano, titolare dell’Ufficio speciale per la Ricostruzione dell’Aquila. Domani, 20 dicembre, il Munda riaprirà ufficialmente al pubblico tra le possenti mura del castello cinquecentesco, dove è stato ospitato dal 1951 al 2009. Dopo ritardi e rinvii, a oltre sedici anni dal sisma, 98 opere tornano così nel forte spagnolo. La riapertura riguarda gli spazi del piano terra e del primo piano del quarto sud-est del castello, restituiti al museo nel giugno 2025 dopo i lavori di restauro e consolidamento curati dall’ex Segretariato regionale per l’Abruzzo, avviati nel 2016.
L’intervento è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra più istituzioni: il Munda, che ha definito il nuovo progetto museologico e il relativo allestimento, e l’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila (Usra), che ha fornito supporto tecnico e amministrativo operando come stazione appaltante e seguendo le fasi di allestimento. Il pubblico troverà un museo rinnovato negli spazi e nel percorso di visita, pensato per valorizzare le collezioni in un luogo simbolo dell’Aquila. In questa fase saranno esposte opere dal Medioevo all’età barocca, distribuite tra il piano terra e il primo piano, con un allestimento che integra anche strumenti multimediali e linguaggi inclusivi per facilitare la fruizione e accompagnare i visitatori. Sarà possibile visitare il Gonfalone della Città, restaurato dall’Opificio delle pietre dure di Firenze, e le contromine, i cunicoli sotterranei che facevano parte del sistema difensivo della fortezza. La riapertura non interessa ancora l’intero castello: il secondo piano, collassato con le scosse del 2009, resta escluso dal percorso e sarà riattivato in una fase successiva, quando sarà possibile completare l’allestimento con le opere dal Seicento all’Ottocento e attivare ulteriori servizi previsti dal progetto.
Con la riapertura entrano in vigore anche le nuove tariffe di accesso al castello cinquecentesco: il biglietto intero è fissato a 10 euro, il ridotto a 2 euro, mentre per i gruppi da 10 a 25 persone il costo è di 8 euro a persona. Da domani il Munda torna così a essere visitabile nella sua sede storica, dopo un lungo periodo trascorso negli spazi dell’ex mattatoio di Borgo Rivera.
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