«Le famiglie non educano più i loro figli»

10 Maggio 2014

Le riflessioni del questore e di Muriana: noi facciamo repressione, ma serve soprattutto prevenzione

PESCARA. L’istituzione da sola non basta. Prima ancora dell’intervento della divisa il terreno è della famiglia e del processo di educazione nel quale devono essere inseriti gli adolescenti. Questo il pensiero del questore Paolo Passamonti e del cappo della squadra mobile Pierfrancesco Muriana alla luce degli arresti di ieri. Una movida violenta e sempre più giovane, fatta di ragazzini spesso minorenni che si divertono con le botte, quasi come un gioco, incoraggiati dall’uso di droghe e alcol. È un panorama pericoloso al quale bisogna far fronte a casa ancora prima che in strada, dicono i vertici della polizia pescarese. «La nostra risposta alla violenza nei fatti dei giorni scorsi, come nelle precedenti occasioni, è stata immediata, ma la nostra è una risposta repressiva che da sola non basta ad arginare il fenomeno che sta dilagando», sottolinea il questore, che per i prossimi fine settimana, a partire da oggi, potenzierà i controlli a Pescara vecchia con il dispiegamento delle forze di polizia, carabinieri, guardia di finanza e vigili urbani. «Quando accadono episodi di questo tipo alle due, alle tre di notte», aggiunge Muriana, «per mano di giovani dell’età di 15 o 16 anni non bisogna chiedersi soltanto dove era la polizia, ma anche dove sono le famiglie. A quell’ora, ragazzi di quell’età dovrebbero stare a casa». L’appello della questura è anche alla collaborazione dei titolari dei locali, di chi vende bevande alcoliche: «È chiaro che se a un ragazzino viene venduto alcol nel locale e questo si ubriaca, si crea un problema di ordine pubblico ed è un incentivo alla violenza», ribadisce il questore che negli ultimi giorni ha fatto chiudere due locali, uno a Pescara vecchia e uno in piazza Santa Caterina «trasformati in punti di spaccio». «In questo senso, anche il Comune dovrebbe fare la sua parte», dice il questore spostando il tiro sulle licenze.

L’identificazione delle 6 persone arrestate ieri è stata possibile grazie alla collaborazione delle vittime, che hanno riconosciuto i propri aggressori nonostante gli episodi siano durati pochi secondi prima della fuga. «Il nostro invito», ha conclude Muriana, «è quello do collaborare con le istituzioni quando accadono episodi di questo tipo, per permettere di identificare i responsabili e fermare un gioco criminale».

Paola Toro

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