Voto a Pescara. Masci prepara il ricorso, ma senza la sospensiva. Costantini prende tempo e il Pd si divide

Riunione di oltre un’ora con il pool di avvocati e con i vertici del centrodestra. L’obiettivo: il verdetto del Consiglio di Stato, ma senza bloccare le elezioni bis del 24 e 25 agosto. I vertici nazionali dem premono per il voto subito, ma nel gruppo consiliare prevale la linea attendista
PESCARA. Appello al Consiglio di Stato, sì, ma senza richiedere la sospensiva, che – se accolta – potrebbe bloccare le elezioni bis convocate in piena estate. È questa la linea tracciata dal sindaco “congelato” Carlo Masci, a poche ore dal decreto firmato dal prefetto Flavio Ferdani che ha fissato il ritorno alle urne nelle sezioni indicate dal Tar per domenica 24 e lunedì 25 agosto, con eventuale ballottaggio il 7 e 8 settembre. Parte così una corsa contro il tempo, con una precisa scadenza tecnica: per ottenere un pronunciamento del Consiglio di Stato entro il 24 luglio, in quinta sezione, il ricorso dovrà essere depositato a stretto giro, così da essere discusso in quinta sezione prima della pausa estiva. Diverso il discorso per l’istanza di sospensiva, il cui termine è il 14 luglio, almeno dieci giorni prima della pausa di agosto. Per questa ragione, l’orientamento di Masci è di procedere con l’appello senza bloccare formalmente il voto.
Nel tardo pomeriggio di ieri il primo cittadino ha riunito il proprio pool legale – composto dagli avvocati Harald Massimo Bonura di Catania, Giuliano Fonderico e Gianlorenzo Ioannides di Roma, affiancati dalla dirigente dell’Avvocatura comunale Paola Di Marco – insieme ai consiglieri comunali, agli assessori e ai vertici regionali e nazionali della coalizione di centrodestra. Una riunione durata oltre un’ora, focalizzata sulla strategia processuale più efficace. La strada al momento più concreta resta quella del ricorso senza sospensiva, che permetterebbe da un lato di non interferire con il calendario elettorale prefettizio, dall’altro di ottenere una valutazione di merito prima della campagna elettorale.
Ma lo scenario resta complesso. Il caos esploso dopo la sentenza del Tar, che ha annullato parzialmente il voto in 27 sezioni su 170 per «gravi irregolarità» nei verbali e nei riconteggi, ha lasciato strascichi profondi. A gettare ulteriore ombra sulla regolarità delle elezioni dell’8 e 9 giugno 2024 è anche la trasmissione degli atti in Procura, che ha già aperto un fascicolo d’inchiesta.
In questo clima di incertezza giuridica e politica, Masci punta a ribaltare la sentenza per ottenere una legittimazione piena e definitiva, non più appannata dai dubbi. Anche un’eventuale riconferma ad agosto, infatti, rischierebbe di pesare come una vittoria dimezzata, o peggio ancora come una vittoria di Pirro. Ma il rischio reale è che la decisione del Consiglio di Stato arrivi a campagna elettorale già avviata, gettando un’ulteriore incognita su una consultazione già segnata da instabilità e tensioni crescenti.
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COSTANTINI PRENDE TEMPO
Mentre il centrodestra si compatta attorno al sindaco “congelato” Carlo Masci, nel centrosinistra si apre un fronte di incertezza. Il candidato sindaco Carlo Costantini, che ha ottenuto l’annullamento del voto in 27 sezioni grazie al ricorso al Tar, dopo la firma del decreto prefettizio che ha disposto il voto parziale alle urne il 24 e 25 agosto sta ora valutando un nuovo passo: rivolgersi al Consiglio di Stato per chiedere che si ripetano le elezioni in tutte le 170 sezioni, non solo in quelle invalidate dai giudici amministrativi.
«Come coalizione», ha rimarcato Costantini, «abbiamo deciso di prenderci ancora qualche giorno di riflessione per valutare il da farsi». Una mossa non solo giuridica ma politica che, se confermata, potrebbe cambiare ancora una volta lo scenario elettorale e riaprire completamente la partita.
Ma intanto nel Partito democratico si fa sentire la distanza tra la linea attendista del gruppo consiliare e quella più netta espressa dai vertici regionali e nazionali del partito. Se da un lato il senatore Michele Fina e il segretario regionale Daniele Marinelli premono per tornare subito alle urne, evitando ulteriori forzature giuridiche, dall’altro il Pd cittadino prende tempo e in questa fase invita alla cautela, allineandosi alla posizione del candidato di coalizione Costantini. «Il decreto del prefetto è un atto dovuto per legge», è l’opinione del capogruppo dem in consiglio comunale Piero Giampietro, «dunque non ha bisogno di alcun commento. Al netto di questo atto dovuto, alla luce del clamore della sentenza del Tar e dei contenuti messi nero su bianco dai giudici amministrativi, non penso che un voto ad agosto in appena 27 sezioni sia la strada migliore per eliminare quel velo di opacità che ora isola il palazzo comunale dai pescaresi. Assieme al resto della coalizione decideremo la strada migliore da intraprendere nel rispetto della normativa vigente».
Lo scenario di un centrosinistra incerto e diviso potrebbe trasformarsi in un assist per Masci, che spera nel bis contando sulla fiducia di parte dell’elettorato e su un’affluenza estiva che potrebbe premiare la continuità amministrativa. La campagna elettorale, a questo punto, è già iniziata.