Liberalizzazioni, i tassiti abruzzesu scioperano Protesta davanti alla stazione di Pescara

Presidio di quaranta taxi davanti alla stazione ferroviaria: "Siamo contrari alla liberalizzazione selvaggia". Garantiti i servizi minimi gratuiti per le fasce deboli della popolazione (anziani, portatori di handicap, malati)

PESCARA. Taxi fermi in Abruzzo per lo sciopero indetto in tutta Italia dalla categoria contro il decreto liberalizzazioni del Governo. Circa quaranta tassisti si sono riuniti in presidio, con le proprie auto bianche, davanti alla stazione di Pescara, dove sono arrivati anche rappresentanti di altre zone della regione. Sono comunque garantiti i servizi minimi gratuiti per le fasce deboli della popolazione (anziani, portatori di handicap, malati). Aderisce all'iniziativa la maggior parte dei circa 90 taxi operanti attualmente sul territorio abruzzese.

"Siamo contrari alla liberalizzazione selvaggia", spiega il presidente di UriTaxi Abruzzo, Antonio Abagnale. "Delegare a un'Authority la possibilità di stabilire il numero delle licenze può anche andare bene, ma l'ultima parola spetta ai sindaci, gli unici a conoscere le esigenze del territorio. Vogliamo, inoltre, chiarezza sulla licenza part-time (che consentirebbe più autisti per uno stesso taxi, ndr.), perché non vorrei fosse una via breve per una doppia licenza".

"Abbiamo optato per una forma pacifica di protesta, che non prevedesse cortei e manifestazioni eclatanti", afferma il presidente del CoTaPe (Consorzio Taxi Pescara), Michele Giovannetti, "per non creare disagi alla cittadinanza, che manifesta nei nostri confronti una solidarietà inattesa. Siamo rimasti tutti sorpresi per le incredibili dimostrazioni di affetto e sostegno da parte dei cittadini verso la nostra categoria".
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