Pescara

L’intervista a Rkomi: «Vado nei teatri per accorciare le distanze tra me e il mio pubblico»

16 Novembre 2025

Il concerto del cantautore milanese domani alle 21 al Massimo di Pescara

PESCARA. Dopo il successo di Taxi driver, che ha dominato le classifiche conquistando il primato di disco più venduto del 2021, e la collaborazione con Irama per l’album No stress, pubblicato nel 2023, Rkomi è tornato con un lavoro che egli stesso ha definito il più personale della sua carriera. Decrescendo, questo il titolo del nuovo album (uscito lo scorso maggio per Island Records e Universal Music Italia), ha portato il rapper e cantautore milanese a scegliere per il suo nuovo tour la dimensione teatrale.

Rkomi, al secolo Mirko Manuele Martorana, porterà il suo “Mirko nei Teatri” anche a Pescara. L’appuntamento è per domani alle 21 al Teatro Massimo (biglietti disponibili sul circuito TicketOne e al botteghino dalle 19.30. La serata è organizzata da Elite Agency Group, Alhena Entertainment e Universal Events).

«Avevo una grandissima voglia di accorciare le distanze tra me e il mio pubblico, di dare un tono diverso alla mia musica in una dimensione elegante», racconta al Centro, parlando della scelta della dimensione teatrale per il suo nuovo show. «Volevo celebrare al meglio questi dieci anni di carriera. Partirò dal mio primo album, Io in Terra, perché è perfetto per il tipo di racconto, per poi passare attraverso tutte le branchie di ciò che è stato il mio passato».

Decrescendo è un disco molto ricco di contenuti, oltre a essere molto personale. Una sorta di dialogo tra il Mirko del passato, quello che è adesso e quello che arriverà…

«Sicuramente ha fatto un po’ da “ariete” nel decretare quale fosse la dimensione migliore riguardo questi concerti. È stato lui il capitano della mia scelta dei teatri e, in qualche modo, è anche molto vicino al mio primo album».

Un punto di forza del disco?

«La lucidità, che poi è anche un punto di debolezza, perché ti fa perdere la bellezza dell’impulsività con cui scrivi determinate canzoni. Dall’altro lato, però, è un album molto consapevole di quello che è stato il grande casino della mia infanzia e il proseguire meraviglioso della mia vita».

Tra i brani più intensi, contenuti in Decrescendo, c’è L’ultima infedeltà, autobiografica, che racconta, tra le altre cose, del compagno violento di sua madre e di amicizie rotte…

«Scrivere di parti anche complicate della mia vita è sempre stata una terapia per me. In questo caso, l’ho fatto in maniera più prepotente. Ultima infedeltà perché, in qualche modo, sono stato un po’ infedele nei confronti della mia famiglia nel raccontare determinate cose, anche se poi ne sono tutti contenti; infedele riguardo l’amicizia e riguardo l’amore, perché svelo un po’ quelle che sono le domande che mi pongo e che spesso non hanno risposta».

Cosa ha rappresentato e cosa rappresenta per lei la musica?

«Lo sto ancora capendo, ma sicuramente prima era una via di fuga, adesso credo sia più una via di accesso. Prima volevo scappare grazie a lei, ora è come se mi desse un posto nel mondo».

Cosa ama ascoltare?

«Tutto quello che è abbastanza impegnativo. Questo nuovo progetto avrebbe dovuto essere molto più impegnativo nel sound, ma i testi lo hanno guidato. Quando hai testi complessi a livello di strutture, non puoi permetterti di esagerare troppo, quindi è diventato un accompagnamento abbastanza “minimal” delle parole che avevo deciso di scrivere».

Due volte a Sanremo, numerose collaborazioni, giudice a X Factor. Cosa vede nel prossimo futuro?

«I nemici sono i più grandi maestri nella vita e questi eventi lo sono stati abbastanza per me. Ma, proprio perché temevo determinati ambienti, dovevo assolutamente viverli. Parlo anche della musica in sé: quando ho iniziato a scrivere ero molto timido; proprio perché mi spaventava, è diventata una cosa importante e da fare. Per il futuro, saranno poi le canzoni e i periodi di vita a decidere per me. Sicuramente tutte le paure che avevo non le ho più, da un lato è molto bello, dall’altro dovrò cercarne di altre, dovrò complicarmi la vita in qualche modo, troverò i miei “passatempi”».

Decrescendo è arrivato dopo l’enorme successo di Taxi driver e la collaborazione con Irama…

«Venivo da un disco che era un po’ più acerbo, pieno di parole. Con Taxi driver volevo un po’ alleggerire anche un po’ le cose. Decrescendo, invece, arriva con una volontà più “rompiscatole”, quello che volevo fare era infastidirmi e infastidire l’ascoltatore. È stato un successo diverso, non tanto di numeri, quanto di scrittura e di ricerca.

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