«Liti per il sesso rumoroso e per le formiche sui muri»

I professionisti raccontano la vita nei palazzi e i dispetti tra vicini di casa Nevoso: proteste per chi russa e per gli odori, ma ci sono molestatori pericolosi

MONTESILVANO. Dalle formiche addestrate ad hoc, come se fossimo di fronte alla replica di uno spettacolo circense che ha come protagoniste le pulci, pur di fare un dispetto al vicino, ai gemiti di natura sessuale, fino ad arrivare a veri e propri stalker, per tacere dei rumori tradizionali e dell’acqua che sgocciola dai balconi. Se ne sentono di tutti i colori nei condomìni di Montesilvano. Problemi di tutti i giorni che si rivedono anche in altre città ma che, a Montesilvano, con una selva di palazzi, sono all’ordine del giorno. Tanto che in un condominio della zona di Villa Carmine sono intervenuti anche i carabinieri, e non una volta sola, chiamati dai vicini di pianerottolo inferociti per presunti rumori molesti.

Qualche abitudine ricorrente la racconta Cesare Nevoso, 36 anni, amministratore a Montesilvano da circa dieci anni e titolare dello studio Gesco. «La causa più frequente dei litigi fra condomini è quella relativa alle “immissioni”, ovvero ai rumori e agli odori provenienti dai singoli appartamenti. Casi classici», spiega Nevoso, «sono il ticchettio delle scarpe femminili, lo spostamento dei mobili, il trapanamento delle pareti effettuato a tarda sera o quasi all’alba della domenica». Ma non è tutto: «Sì, c’è anche il vicino che russa per tutta la notte oppure i gusti culinari della dirimpettaia che nel cucinare abbonda nell’uso della cipolla o si diletta nella cucina etnica dall’odore intenso e persistente. Nella “guerra” condominiale», mette in rilievo il professionista, «un ruolo centrale l’hanno anche gli spazi sottratti dal condomino che sistema in aree comuni divani o lavatrici, per poi lasciare lì il tutto. Per non parlare», sottolinea l’amministratore, «della rumorosa attività sessuale di qualche condomino che osa numeri da circo anche nelle ore pomeridiane», dice Nevoso spiegando di aver ricevuto una serie di proteste proprio sul tema dell’attività sessuale troppo rumorosa.

«Però anche l’innaffiatura delle piante poste sui balconi, il bucato steso ancora troppo gocciolante e lo scuotimento delle tovaglie possono assurgere a vere e proprie dichiarazioni di belligeranza», scherza, ma non troppo, Nevoso. Oltre poi a episodi di lanci di mozziconi di sigarette accese, i quali, buttati dalle finestre soprastanti, si posano sul divano posizionato sul balcone sottostante o sulla maglietta messa ad asciugare, il titolare dello studio Gesco rileva casi di cosiddetto stalking in condominio: «Si tratta di una serie di atti ripetuti aventi un chiaro intento persecutorio», rimarca Nevoso, «nei confronti di uno o più condomini: il molestatore della porta accanto insiste nel suo intento avvalendosi spesso di ogni mezzo, come telefonate mute, scampanellate ai citofoni, rumori molesti, appostamenti nell’androne e successive ingiurie. E poi dispetti di ogni genere, vendette, comportamenti fastidiosi volti a creare ansia e timori al povero malcapitato. Ovviamente», conclude Nevoso, «l’amministratore in questi casi non rimane inerme ma, oltre a tentare una pacificazione, ha nuovi e più incisivi poteri sanzionatori che deve mettere in pratica per il bene e la pacifica convivenza nel condominio».

Molto curioso un aneddoto raccontato dal presidente regionale dell’Anaci, l’Associazione nazionale degli amministratori condominiali e immobiliari, Giuseppe Cellini, nella sua veste di titolare dello studio professionale Gsa Cellini: «L’estate scorsa è accaduto che due condomine litigavano in quanto quella che abitava al piano superiore, a detta dell’altra condòmina, tornava spesso tardi di sera. Al che, un giorno, la prima, probabilmente esasperata dai continui rimproveri, ha così replicato alla seconda: “Lei stia zitta, perché quest’estate lei ha addestrato le formiche per farle venire su da me”, alludendo evidentemente all’andirivieni che spesso formano le comunità delle formiche sulle pareti con una doppia colonna».

Vito de Luca

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