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Lo psicologo: «Ha soddisfatto la sua rabbia infierendo sulle due donne»

«Un omicidio passionale che trova origine in una personalità istrionica narcisistica». E' la lettura che lo psicologo e criminologo Orfanelli da al duplice femminicidio di Ortona

ORTONA. «Un omicidio passionale che trova origine in una personalità istrionica narcisistica». E' la lettura che il professore Giuseppe Orfanelli, psicologo e criminologo, docente di Psicologia giuridica, fa del duplice omicidio di Ortona. Un episodio agghiacciante e cruento che ha sconvolto l'intera regione. L'odio incontenibile di Francesco Marfisi è esploso all'improvviso in una furia omicida e incontenibile. «E' il tipico delitto passionale provocato dalla rabbia narcisistica appagata solo dalla completa distruzione e soppressione della propria donna, ritenuta dal narcisista un possesso, qualcosa che gli appartiene», spiega il professore Orfanelli.

«La personalità narcisistica rappresenta in casi come quello di Ortona il nucleo motivazionale da cui può trarre origine la spinta a commettere fatti che costituiscono un grave reato», afferma il docente specializzato in criminologia clinica. Professore, la furia omicida di Marfisi non si è fermata neanche dopo l'assassinio della moglie colpita con quindici coltellate. Perché?

«Il numero di coltellate racconta il disegno e la determinazione di Marfisi. Ha inferto tante pugnalate perché voleva essere certo di sopprimere ciò che aveva provocato la crisi del suo matrimonio. Questo tipo di personalità è appagato solo se certo di avere distrutto».

Marfisi di omicidi ne ha commessi due, due femminicidi, la moglie e la sua più cara amica, e se non fossero arrivati i carabinieri avrebbe ucciso anche una terza amica della moglie, quella che oggi l'aveva accolta in casa insieme alla figlia incinta al quinto mese. Come spiega questo crescendo di odio?

«Nella rabbia distruttiva lui ha deciso di colpire tutto ciò che aveva contribuito ad allontanare la moglie. L'amica uccisa era una concausa. Nella mente di Marfisi quella donna aveva partecipato alla crisi del suo rapporto, così pure la terza amica che aveva offerto ospitalità».

La personalità di Francesco Marfisi pare fosse nota, così pure la sua indole istrionica e gli atteggiamenti spesso furiosi. Alla luce di quanto successo è legittimo domandarsi se fosse stato possibile evitare la tragedia? La moglie di Marfisi avrebbe potuto salvarsi?

«Quando dopo qualche incontro si avverte la natura ossessiva di una persona è sempre bene allontanarsi. Spesso si è lusingati dall'interesse eccessivo, ma la possessività non è sempre positiva. I soggetti malati poi non si arrendono mai e non accettano la sconfitta. Mai concedere un ultimo appuntamento per chiarire, l'odio della rabbia narcisistica si scatena proprio nell'ultimo incontro».

In questo periodo purtroppo la cronaca racconta un crescendo di femminicidi. Quale può essere il motivo?

«La persona che ha la tendenza istrionico-narcisista spesso si sente spinto a distruggere da altri fatti che ritiene simili al suo. L'emulazione è un rischio, una spinta pulsante per chi vuole uccidere». Propio ieri mattina un'altra donna era stata uccisa nel Veneto.

«Marfisi che nella dinamica della sua azione omicida rivela la determinazione potrebbe avere tratto un’ulteriore pulsione dal tragico fatto di Vicenza e dai femminicidi che lo hanno preceduto».

Paola Calvano