«Mai favorito gli asini, così è una porcheria»

Parla l'ex ministro Gaspari: «Politica peggiorata, ai miei tempi solo buoni consigli»

PESCARA. «Io non ho mai raccomandato nessuno, soprattutto gli asini. Sono stato onesto anche in 27 anni da sindaco di Gissi: il politico corretto sa che non si può fare, poi, se millanta o interviene è una cattiva persona e di disonesti è pieno il mondo». L'ex ministro Remo Gaspari racconta di stare «magnificamente»: «Ma mi sento deluso perché la politica è diventata una porcheria».

I sindaci di Francavilla, Nicolino Di Quinzio, e Loreto, Remo Giovanetti, hanno denunciato di aver subìto pressioni su persone da assumere e hanno detto basta alle raccomandazioni. E Gaspari quante persone ha raccomandato nella sua lunga carriera politica?
«Io non ho mai raccomandato nessuno perché è ingiusto, semmai sono stato un canale di notizie. Ho dato buoni consigli, altro che raccomandazioni, anche nella mia veste di avvocato di successo. A chi mi ha chiesto, ho risposto fornendo spiegazioni. Quando ero in servizio, sono stato un informatore continuo: sull'elenco telefonico c'è sempre il mio numero e ricevo ancora tante telefonate da cittadini che vogliono informazioni. Che però ci siano richieste strane dalla gente è fisiologico ma il politico corretto sa che non può fare niente: poi, però, chi rischia il suo avvenire solo per trovare un posto a un amico?».

A Montesilvano c'è un'inchiesta con 21 indagati per concorsi truccati. Cosa ne pensa?
«I disonesti a questo mondo ci sono sempre stati e sarà la magistratura a dover provare le accuse. Ma mi sento deluso: non c'è niente di più grave, è una porcheria. L'accesso a un ente pubblico non si può trasformare in un privilegio per pochi. Sono certo che chi imbocca la cattiva strada, prima o poi, ci sbatte il muso».

Secondo lei, i cittadini devono rassegnarsi al malcostume dilagante?
«Certo che no, quando vengono a conoscenza di reati devono denunciarli subito: la giustizia penale è anche maestra di vita. Nei ministeri che ho diretto non è stata mai fatta una porcheria: era risaputo che avrei denunciato chiunque avessi scoperto. In un concorso parteciparono molti giovani della zona di Gissi e, in commissione, c'era un componente del mio gabinetto che mi riferì che erano tutti degli asini. Non feci raccomandazioni, chiesi un'ispezione al ministero della Pubblica istruzione per sapere perché in alcune scuole di Gissi si fabbricavano asini e non persone preparate».

Se la politica punta ancora sulle raccomandazioni ha perso la bussola?
«Accadono cose molto strane, ai miei tempi non ricordo che siano successi gli incidenti di oggi. Assisto a un'infinità di cose incredibili: la politica si è fortemente deteriorata. Faccio un esempio: ho diretto molti ministeri e, nel periodo in cui ci sono stato io, nessuno ha trovato una lira fuori posto e neanche altri componenti delle strutture sono stati pizzicati con le mani nel sacco. Ma quando ho lasciato, la magistratura ha trovato persone con le mani sporche: significa che il proverbio che dice "il pesce puzza dalla testa" è vero».

La Cisl ha lanciato la proposta di un patto etico per legare le assunzioni al merito. È necessario?
«Non c'è dubbio che sia un dovere anche se questo patto etico già esiste: basta rispettare le leggi. Sono stato sindaco di Gissi per 27 anni e, per tanti altri, presidente della Asl di Vasto, e non mi sono mai permesso di assumere una persona che non lo meritasse. Quando ero ministro della Sanità, alla Camera e al Senato, c'erano pressioni violente per sistemare i precari di lusso al vertice degli ospedali, i primari, ma io mi sono opposto: è una dovere della politica selezionare al meglio quelli chi va a dirigere gli ospedali. Così si difendono i poveri visto che i ricchi vanno a cercarsi il meglio pagandolo mentre tutti gli altri devono trovarlo nel pubblico. Purtroppo, il mondo è cambiato, in peggio».

Sono cambiate le priorità della politica?
«Si rischia la galera perché violare la legge è ritenuto normale. Il guaio è che, prima, chi lo faceva era morto politicamente e non aveva possibilità di resuscitare mentre, oggi, mi dicono che alcuni indagati sono già pronti a tornare in politica. Il deterioramento della politica è vergognoso e mi fa male. Ricordo che fui incriminato per i famosi voli blu: quando la notizia spuntò sui giornali e le carte arrivarono alla commissione per le Autorizzazioni a procedere della Camera, chiesi subito di essere processato: "Non mi dovete assolvere voi, mi assolverà la giustizia", così dissi ai colleghi parlamentari. Poi, naturalmente, non sono stato neanche rinviato a giudizio: non c'era nessun reato e la giustizia ha dovuto annullare il procedimento per inesistenza del fatto. Altri tempi».

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