Manifattura e distretti «Ecco come l’Abruzzo può vincere sui mercati»

Gabrielli (Intesa Sanpaolo): qui la sinergia tra grandi e piccole imprese e le catene di fornitura corte generano alta qualità e competitività
«La forza dell’Abruzzo è nella sua vocazione manifatturiera, nei distretti industriali e nei rapporti di filiera, dove la sinergia tra grandi e piccole imprese e l’accorciamento delle catene di fornitura generano alta qualità e capacità competitiva. Dal dialogo con le aziende e dalle risultanze della nostra Direzione Studi emerge come le imprese che investono in qualità, certificazioni, energia rinnovabile, hanno risultati migliori sia in termini di fatturato e marginalità che di riconoscibilità sui mercati». Lo dice il direttore regionale Lazio Abruzzo di Intesa Sanpaolo, Roberto Gabrielli, che nei giorni scorsi ha organizzato a Chieti un convegno del gruppo bancario per analizzare sfide e opportunità dell’economia abruzzese.
Direttore, può farci qualche esempio?
«Le dinamiche valgono per tutti i comparti, non a caso come Intesa Sanpaolo a oggi in Abruzzo abbiamo siglato 12 contratti di filiera, per facilitare l’accesso al credito e le sinergie con le imprese che ne fanno parte, che coinvolgono 450 fornitori per un giro d’affari di 2 miliardi di euro. Un esempio è quello del sistema moda, dove la partnership con le imprese capofila del lusso si è tradotta in una migliore redditività per le imprese fornitrici della filiera».
Sul fronte della transizione sostenibile come si pongono le imprese abruzzesi e come si inserisce il mondo del credito?
«L’imprenditoria abruzzese conferma reattività e attenzione agli investimenti in grado di garantire competitività nel tempo. Dinamiche che, come prima banca in Italia, siamo attenti a sostenere in particolare per gli investimenti in sostenibilità, digitalizzazione, internazionalizzazione e indipendenza energetica. Come Direzione regionale Intesa Sanpaolo abbiamo erogato 140 milioni di euro solo nell’ambito della linea di finanziamenti S-Loan, basata su un meccanismo di premialità al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità e digitalizzazione condivisi tra banca e impresa. Senza dimenticare come digitalizzazione e sostenibilità siano tra i pilastri dell’accordo siglato tra il Gruppo e Confindustria, che prevede un plafond di 2,6 miliardi destinati alle imprese abruzzesi per lo sviluppo di tali driver, in coerenza con gli obiettivi del Pnrr. Sosteniamo inoltre lo sviluppo digitale delle aziende: un tour ci porterà a incontrare le piccole e piccolissime realtà abruzzesi che si stanno distinguendo nello sviluppare la propria attività in tal senso».
Ha citato il tema dell’energia, come stanno intervenendo le imprese?
«Con un mix di strategie tra revisione dell’offerta, efficientamento dei processi e autoproduzione di energia. Una survey condotta dalla nostra Direzione Studi evidenzia tra le imprese abruzzesi una tendenza a investimenti per efficientare i processi e per fonti di energia rinnovabili più marcati rispetto alla media italiana. Anche su questo fronte il nostro Gruppo ha attivato un sistema di iniziative finanziarie e di supporto con il programma Motore Italia Transizione Energetica per incentivare gli investimenti in energia da fonti rinnovabili. Ci sono 76 miliardi di euro per investimenti in questa direzione».
Direttore, l’export continua a essere uno degli asset strategici regionali?
«I numeri sono confortanti. L’export abruzzese, che rappresenta circa il 28% del valore aggiunto regionale, nel 2022 ha superato gli 8,8 miliardi crescendo del 2% rispetto al 2021. Nel primo semestre 2023 i dati mostrano un’ulteriore accelerazione del 12%, tre volte superiore alla media nazionale, si è già raggiunta quota 5 miliardi».
Con quali dati a livello settoriale e distrettuale?
«L’automotive sta crescendo dell’11% rispetto al medesimo periodo del 2022: è un terzo del totale dell’export regionale. Bene anche la farmaceutica con +51%, l’agroalimentare con il 15% e la moda con il 20%. A livello distrettuale nel 2022 le esportazioni hanno raggiunto i 674 milioni di euro, una crescita di quasi 120 milioni rispetto al 2021. Per i due distretti dell’agroalimentare i livelli di export 2022 rappresentano il massimo storico mai raggiunto, con una crescita del 177% per la Pasta di Fara e del 336% per i Vini del Montepulciano d’Abruzzo rispetto ai valori 2008».
Può anticiparci qualche dato in più sul secondo trimestre, in particolare per la pasta di Fara?
«Le esportazioni del distretto sono cresciute molto negli ultimi due anni, il 2022 ha registrato il +40% e il primo trimestre del 2023 il +38%. Il secondo trimestre ha un lieve rallentamento, il 6% in meno sul secondo trimestre 2022, ma i primi sei mesi dell’anno hanno un bilancio molto positivo, +12,8% rispetto allo stesso periodo del 2022».
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