Margherita, la nonna coraggio: «Mi volevano truffare di nuovo, così li ho scoperti e messi in fuga»

La signora Primiterra, 86 anni, era stata già derubata di 500 euro nella sua casa in via del Santuario: «Dicevano di essere carabinieri e sapevano il mio nome, ma li ho riconosciuti»
PESCARA. Margherita Primiterra, 86 anni, li ha riconosciuti all’istante i due truffatori che un mese fa si erano intrufolati con una scusa in casa sua, portandole via borsa, documenti e portafoglio con 500 euro in contanti. Questa volta è stata lei ad allontanare i due uomini «alti e possenti», che indossavano una finta divisa dei carabinieri. «Dicevano che mi volevano proteggere dai furti, erano sempre più insistenti e cominciavano piano piano a spingere la porta». Sola in casa, Margherita si è fatta forza e si è difesa spingendoli fuori dall’uscio di casa. Poi l’allarme e l’arrivo in pochi minuti della volante della polizia, diretta dal dirigente Pierpaolo Varrasso, che ha bloccato i due truffatori in fuga su un’auto, lungo viale Muzii. Sotto il sedile gli agenti hanno trovato anche un cacciavite.
Mentre per i due, 41 e 29 anni, è scattata la denuncia per tentata truffa, Margherita è andata in Questura ad abbracciare i poliziotti e il questore Carlo Solimene. «Grazie a loro che sono intervenuti. Sono stati i miei angeli custodi. Dove ho trovato la forza di reagire davanti a quei due? Me l’ha data il Signore». Vedova da anni di Osvaldo Rosati, noto commerciante di targhe e timbri con il suo storico negozio lungo corso Vittorio Emanuele, Margherita è rimasta sola dopo la scomparsa dei due figli, Emilio e Giuseppe. «Prego ogni giorno, sono molto devota», racconta l’86enne che abita in un appartamento in via Del Santuario. «Qui, tutti mi vogliono bene e mi conoscono. Io sono forte e non mi lascio ingannare. Così devono fare anche i miei coetanei».
Signora Margherita, come ha fatto a riconoscerli?
«Erano già venuti lo scorso agosto: mi avevano bussato alla porta dicendo di essere i nipoti della signora che abita al piano di sopra e che le serviva un po’ di zucchero. Sono andata a prenderlo in dispensa e, quando sono tornata alla porta, erano scomparsi. Ho detto: “Magari non serve più”. Poi mi sono messa in cerca della mia borsa perché dovevo uscire, ero certa di averla lasciata sul tavolo ma non c’era più. Mi hanno rubato i documenti e i soldi dell’affitto».
E mercoledì scorso sono di nuovo tornati da lei, cosa le hanno detto?
«Sapevano il mio nome. Mi hanno detto: Margherì, ’t fatt freca n’altr vot. Ma io non avevo subito nessun furto. Li ho spinti con una botta forte e ho chiuso la porta. Poi ho preso il telefono e mi sono chiusa a chiave in bagno. Ho chiamato il 112 e mi hanno assistito per tutto il tempo».
Poi è arrivata la polizia.
«Sono arrivati subito. E li hanno bloccati. Ma mi è successo un fatto stupendo».
Mi dica.
«Io ho un angelo ricamato a mano su cui prego sempre. Quando sono andata in Questura mi hanno abbracciato tutti. È venuto a salutarmi anche il questore e si è complimentato con me. E allora io gli ho detto: voi siete i miei angeli custodi e per questo vi regalo il mio angelo. Lo dovete tenere qui e ogni mattina prima di iniziare la giornata dovete dire l’Angelo di Dio, per noi anziani. Mi hanno fatto commuovere. Sono stati bravissimi».
Oggi ha cambiato i suoi comportamenti in casa?
«No, se qualcuno mi chiama al citofono mi affaccio prima. Sono sempre molto attenta».
La sua è stata una storia a lieto fine. Ma a volte molti suoi coetanei non denunciano le truffe perché provano un senso di vergogna. Si sente di lanciare un appello?
«Devono avere il coraggio di denunciare, senza nessuna vergogna. Ci sono persone che ci aiutano e ci vogliono bene. Non siamo soli».
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