Marineria, è allarme sui fondi

Gli armatori: «Gli incentivi non sono sufficienti»
PESCARA. La spada di Damocle dei mancati aiuti in regime di «de minimis» continua a pendere sul futuro incerto della marineria. Pescatori e armatori chiedono almeno 500 euro in più e minacciano nuovi blocchi della città.
In un momento di crisi economica senza precedenti, aggravato dalle pessime condizioni dei fondali del porto, i pescatori e gli armatori tornano a chiedere alla politica di dare seguito alle rassicurazioni verbali dei giorni scorsi. Ieri mattina, nel corso di una riunione al mercato ittico durata circa un'ora e mezza, la marineria ha ribadito l'esigenza di disporre risorse in più per portare ossigeno all'intera categoria.
Il fondo da 287 mila euro messo a disposizione dalla Regione Abruzzo, secondo i portuali, non è sufficiente per ripagare gli operatori marittimi dei mesi di inattività determinati dal mancato dragaggio dello scalo portuale e dal fermo biologico che dovrà scattare tra qualche settimana. «Ci sarebbe bisogno di almeno 500 mila euro in più», rimarca l'armatore Francesco Scordella a nome dell'intera categoria.
Il «de minimis» che spetta a ogni singolo operatore commerciale è stabilito dalla Comunità europea e ammonta a 30mila euro da spalmare nel triennio 2009/11. La Regione, incaricata di deliberare le somme, sta lavorando per calcolare quanto è stato già incassato e la cifra che potrà essere erogata in seguito. Per il fermo biologico, cioè il periodo di stop forzato delle attività ittiche, ogni pescatore riceverà 520 euro al mese di incentici economici.
Complessivamente al porto di Pescara sono ormeggiate 60 imbarcazioni e l'equipaggio di ogni peschereccio è formato da quattro o cinque persone. «I fondi vanno divisi tra i dipendenti delle barche», prosegue Scordella, «ma allo stato attuale non bastano che per una sola persona». L'assessore regionale alla Pesca Mauro Febbo si è riservato qualche giorno di tempo per studiare a tavolino la questione dei fondi alla marineria. E venerdì prossimo scadono i termini fissati per le risposte da consegnare ai portuali. Intanto, gli armatori e i pescatori fanno sapere che lo stato di agitazione non è mai stato interrotto. Le proteste, sfociate per ben due volte con il blocco dell'asse attrezzato, con la violenta sassaiola contro la sede della Direzione marittima e con gli scontri con le forze dell'ordine, potrebbero riprendere da un momento all'altro se la classe politica non produrrà a breve documenti ufficiali. L'accelerata per l'avvio delle procedure di escavazione dei fondali insabbiati del porto arriverà solo con i risultati definitivi delle analisi effettuate dall'Arta che dovranno certificare la qualità dei fanghi e stabilire le modalità di smaltimento dei materiali dragati. Si attende, inoltre, la nomina ufficiale del presidente della Provincia Guerino Testa a commissario straordinario per la gestione dell'emergenza porto.
In un momento di crisi economica senza precedenti, aggravato dalle pessime condizioni dei fondali del porto, i pescatori e gli armatori tornano a chiedere alla politica di dare seguito alle rassicurazioni verbali dei giorni scorsi. Ieri mattina, nel corso di una riunione al mercato ittico durata circa un'ora e mezza, la marineria ha ribadito l'esigenza di disporre risorse in più per portare ossigeno all'intera categoria.
Il fondo da 287 mila euro messo a disposizione dalla Regione Abruzzo, secondo i portuali, non è sufficiente per ripagare gli operatori marittimi dei mesi di inattività determinati dal mancato dragaggio dello scalo portuale e dal fermo biologico che dovrà scattare tra qualche settimana. «Ci sarebbe bisogno di almeno 500 mila euro in più», rimarca l'armatore Francesco Scordella a nome dell'intera categoria.
Il «de minimis» che spetta a ogni singolo operatore commerciale è stabilito dalla Comunità europea e ammonta a 30mila euro da spalmare nel triennio 2009/11. La Regione, incaricata di deliberare le somme, sta lavorando per calcolare quanto è stato già incassato e la cifra che potrà essere erogata in seguito. Per il fermo biologico, cioè il periodo di stop forzato delle attività ittiche, ogni pescatore riceverà 520 euro al mese di incentici economici.
Complessivamente al porto di Pescara sono ormeggiate 60 imbarcazioni e l'equipaggio di ogni peschereccio è formato da quattro o cinque persone. «I fondi vanno divisi tra i dipendenti delle barche», prosegue Scordella, «ma allo stato attuale non bastano che per una sola persona». L'assessore regionale alla Pesca Mauro Febbo si è riservato qualche giorno di tempo per studiare a tavolino la questione dei fondi alla marineria. E venerdì prossimo scadono i termini fissati per le risposte da consegnare ai portuali. Intanto, gli armatori e i pescatori fanno sapere che lo stato di agitazione non è mai stato interrotto. Le proteste, sfociate per ben due volte con il blocco dell'asse attrezzato, con la violenta sassaiola contro la sede della Direzione marittima e con gli scontri con le forze dell'ordine, potrebbero riprendere da un momento all'altro se la classe politica non produrrà a breve documenti ufficiali. L'accelerata per l'avvio delle procedure di escavazione dei fondali insabbiati del porto arriverà solo con i risultati definitivi delle analisi effettuate dall'Arta che dovranno certificare la qualità dei fanghi e stabilire le modalità di smaltimento dei materiali dragati. Si attende, inoltre, la nomina ufficiale del presidente della Provincia Guerino Testa a commissario straordinario per la gestione dell'emergenza porto.
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