Mascia sotto ricatto della Lista Teodoro

Pignoli fa ostruzionismo e blocca il regolamento sul commercio per avere le poltrone

PESCARA. Albore Mascia e l'intero consiglio comunale ieri sono stati ostaggi della Lista Teodoro. Il consigliere Massimiliano Pignoli, fedelissimo dell'ex assessore Gianni Teodoro, ha bloccato i lavori dell'assemblea, dedicati all'esame del nuovo regolamento per gli esercizi commerciali, con 76 emendamenti e 231 ordini del giorno. Un ostruzionismo utilizzato come forma di ricatto al sindaco, accusato dai teodoriani di non aver rispettato il patto elettorale.

Patto che prevedeva un assessorato per Teodoro, la vice presidenza del consiglio e un impiego alla Provincia per Pignoli. Quell'accordo era stato onorato all'inizio della consiliatura, ma poi il 5 gennaio scorso, quando Mascia ha deciso di estromettere dalla giunta Gianni Teodoro a causa dell'ennesimo scontro, l'ex assessore e il suo fedelissimo hanno perduto sedie e poltrone.

A nulla sono valsi i recenti tentativi di riavvicinamento del sindaco e del Pdl, con tanto di promesse di affidare in futuro altri incarichi di fiducia alla Lista Teodoro. L'ex assessore e il suo consigliere, dopo aver partecipato a tre riunioni di maggioranza in cui si è parlato solo di programmi per la città e non di poltrone, hanno pensato bene di riprendere la battaglia contro la maggioranza, bloccando così l'amministrazione.

La prima occasione c'è stata ieri, quando è arrivato in consiglio il nuovo regolamento per gli esercizi pubblici che introduce la grossa novità della liberalizzazione delle licenze. Un provvedimento tanto atteso da decine di aspiranti esercenti per aprire un'attività, senza dover più ricorrere all'acquisto dei permessi. Pignoli ha fatto opposizione dentro la maggioranza.

MESSAGGIO DI MASCIA In mattinata, il sindaco ha inviato un un messaggio a Piernicola Teodoro, fratello di Gianni, nonché presidente della Circoscrizione Porta Nuova, con la speranza che potesse convincere Pignoli a cambiare atteggiamento in consiglio. «Mascia», ha raccontato Teodoro, «è arrivato a minacciare, nel messaggio, l'interruzione dei rapporti con la Lista Teodoro, nel caso Pignoli non avesse rinunciato agli emendamenti, e di proseguire il suo percorso con i 22 consiglieri che compongono la maggioranza, esclusi quindi Lista Teodoro e i catoniani». Teodoro è andato su tutte le furie per questo messaggio.

PIGNOLI BLOCCA L'AULA Pignoli si è presentato in aula con diversi emendamenti bluff per far perdere tempo. In ognuno si chiedeva di cancellare o aggiungere qualche parola al regolamento. Ad esempio, si proponeva di inserire tra i requisiti di alta professionalità richiesti agli esercenti, la parola «serietà». In un altro punto si chiedeva di cassare «via telematica» nel comma dedicato alla presentazioni delle domande per l'apertura di nuovi esercizi. In un altro ancora si proponeva di togliere le parole «contraddittorio» dalla norma dedicata alle procedure amministrative per le autorizzazioni. Infine, una valanga di richieste per far togliere o aggiungere avverbi o per modificare numeri di sanzioni e punteggi.

PD FA L'ACCORDO Nel pomeriggio, maggioranza e opposizione hanno trovato l'accordo sugli emendamenti da approvare e così Pignoli è rimasto solo a fare ostruzionismo con le sue 76 proposte di modifica e i 231 ordini del giorno. Si è assistito a un film comico. «Consigliere lasci i banchi della maggioranza e venga a sedersi tra noi», è stato l'invito ironico di Camillo D'Angelo (Pd). «No grazie, resto fedele al sindaco che ho votato», ha risposto Pignoli. L'ostruzionismo è proseguito fino a sera.

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