Meno nascite in città La media scende da 152 a 120 al mese
Nel 2023 l’ospedale di Pescara ha registrato 1.831 parti contro i 1.289 di questi primi 10 mesi. E sale l’età dei genitori
PESCARA. Sempre meno fiocchi azzurri e rosa sulle porte delle case dei pescaresi. E non è perché il simbolo del “nuovo arrivo” in casa non si usa più. Meno fiocchi, rosa e azzurri perché la natalità in provincia è ai minimi storici e il trend negativo anche per questo 2024 agli sgoccioli prosegue la sua corsa.
I NUOVI NATI IN CITTÀ
Nel 2023 sono stati 1.831 i nuovi nati nel Pescarese, secondo l’analisi Istat. Per la prima volta, dal 1999, la provincia non è riuscita a toccare quota duemila, e i primi 10 mesi del 2024 non promettono nulla di buono. Secondo i dati dell’ufficio nascite dello Stato civile del Comune, alla data del 22 ottobre, erano 1.289 i nati in città registrati dal Comune. Di questi, 535 sono residenti nel capoluogo adriatico, mentre gli altri sono residenti in altri comuni. Complessivamente i maschietti sono 657 mentre le femminucce sono 632.
MEDIA IN RIBASSO
Secondo questi numeri, ad oggi sono nati in media circa 120 bimbi al mese, in diminuzione rispetto ai 152 circa con cui si è invece chiuso il 2023. L’anno passato, Pescara ha registrato 913 fiocchi azzurri e 918 rosa. I bimbi stranieri in totale sono stati 141, anche in questo caso le femminucce (72) sono state leggermente numericamente superiori rispetto ai maschietti (69).
IL TREND NAZIONALE
Su base nazionale, nel 2023 le nascite complessive pari a 379.890, hanno registrato un calo del 3,4 per cento sull’anno precedente. Questo trend negativo prosegue anche nel 2024: in base ai dati provvisori relativi ai primi mesi (gennaio-luglio), le nascite sono 4.600 in meno rispetto allo stesso periodo del 2023.
L’ETà DELLE MAMME
Tornando a livello provinciale, l’età media delle mamme è poco superiore ai 32 anni, 32,64 per la precisione, che scende leggermente nel caso di primo figlio (32,25), mentre sale a quasi 33 per il secondo (32,98) e supera i 33 per il terzo figlio. Il grosso dei parti avviene per donne tra i 30 e i 37 anni. La neomamma più giovane nel 2023 aveva 16 anni, mentre sono state 6 le puerpere più “attempate” con 46 anni. L’età media delle donne che diventano mamme sta salendo progressivamente.
Nel 2022 la media era di 32,58, ma nel caso di primogeniti era leggermente sotto i 32 anni (31,97). Andando indietro di 10 anni, al 2013, l’età era ancora più bassa: 32,09 età media generale, 31,2 per il primo figlio.
PAPà PIù GRANDI
I padri invece sono leggermente più grandi. Nel 2023, l’età media dei papà è stata di 35,8, mentre nel 2013 era di 35,38.
MENO DONNE TRA 15 E 49 ANNI
Il calo delle nascite, oltre che dalla ormai stabile bassa tendenza ad avere figli (1,2 figli per donna nel 2023), è anche causato dai mutamenti strutturali della popolazione femminile in età feconda, convenzionalmente fissata tra i 15 e i 49 anni. Le donne comprese in questa fascia di età sono sempre meno numerose.
Oggi, quelle nate negli anni del baby-boom (dalla seconda metà degli anni Sessanta alla prima metà dei Settanta) hanno ormai superato la soglia convenzionale dei 49 anni. Gran parte di quelle che ancora sono in età feconda appartengono all’epoca del cosiddetto baby-bust, ovvero sono nate nel corso del ventennio 1976-1995 durante il quale la fecondità scese da oltre 2 al minimo storico di 1,19 figli per donna.
IN CALO GLI STRANIERI
Continua a decrescere anche il tasso di natalità tra gli stranieri. Dei 1.831 nati nel 2023, 1.569 sono figli di genitori entrambi italiani. 39 quelli con madre italiana e padre straniero, 82 quelli con mamma straniera e padre italiano e 141 i bimbi con entrambi i genitori di altra nazionalità.
MENO MATRIMONI
Si conferma, infine, da quanto emerge dall’analisi Istat, la tendenza a non considerare il matrimonio come una condizione necessaria per avere i figli. I bimbi nati da genitori sposati nel Pescarese sono stati 980. Le nascite more uxorio sono state 816. E 35 sono stati i bambini nati da genitori divorziati.
A livello nazionale le nascite fuori dal matrimonio sono l’84,7 per cento delle quasi 161mila nascite more uxorio registrate in tutto l’anno scorso.
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