Porto di Pescara: rabbia per il mancato dragaggio, gli armatori disertano la festa di Sant’Andrea

Esplode la polemica per il problema dell’insabbiamento. Scelta sofferta: «Il nostro porto rischia di chiudere, non possiamo fare festa»
PESCARA. Parla di «decisione sofferta» che va oltre la «devozione viscerale» dei pescatori e l’attaccamento alla festa di Sant’Andrea e alla processione in mare. Doriano Camplone, a nome di tutti gli armatori dell’associazione Mimmo Grosso, annuncia così la scelta di non partecipare a uno dei riti religiosi più longevi nella storia di Pescara.
La decisione di sacrificare l’appuntamento più sentito e più atteso dalla marineria pescarese è dettata dalla rabbia per il mancato dragaggio del porto e dalle incertezze rimbalzate ancora una volta dai tavoli ministeriali. «Di fronte al rischio concreto di rimanere chiusi nel nostro porto, a causa del mancato dragaggio», sottolinea Camplone, «la marineria non può permettersi di innalzare le folcloristiche bandierine colorate per addobbare le proprie barche, uscire in processione e suonare le trombe a festa, felice e contenta come se fosse tutto a posto». Un atto di protesta, quello di una parte degli armatori che hanno deciso così di continuare lo stato di agitazione iniziato il 27 giugno scorso con la protesta simbolica del suono delle trombe. Una reazione all’esito interlocutorio del tavolo tecnico ministeriale sull’emergenza insabbiamento, che tuttavia non ostacolerà il rito del corteo in mare con la statua del Santo che va avanti dal 1867, da quando fu fatta costruire una chiesa nel quartiere Borgo Marino in onore del protettore dei pescatori. «La nostra associazione si è resa comunque disponibile a fornire al comitato organizzativo le barche necessarie a imbarcare il Santo e la banda, in caso di necessità», prosegue Camplone. La conferma arriva dal presidente del comitato festa, Massimo Di Francesco, che al termine della riunione di ieri pomeriggio alle 16.30 in Prefettura ufficializza che sarà il peschereccio Sharon di Massimo Camplone a portare Sant’Andrea in processione e che il programma religioso e civile della festa si svolgerà regolarmente. Confermati, quindi, il luna park sulla golena, gli stand con il pesce fritto e gli arrosticini sul lungomare, i cantanti e la musica live serale e gli attesi fuochi d’artificio di lunedì a mezzanotte che da quest’anno tornano sulla spiaggia davanti alla Madonnina.
«Nonostante tutto l’apprezzabile impegno profuso dall’onorevole Guerino Testa, dal presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri e dal sindaco Carlo Masci, non è risultato nulla di certo riguardo agli interventi da mettere in atto per la soluzione dei gravi problemi che gravano sulla navigabilità del nostro porto», si legge in una nota dell’associazione. «La sofferta rinuncia a partecipare alla processione è un atto di protesta che mira a manifestare alla nostra città e alle istituzioni, la nostra sofferenza per i problemi del porto, e vuole mantenere alto l’allarme sulla gravità di una situazione causata da un decennio almeno di mancati interventi, la quale oggi, inesorabilmente, porta il suo salato conto, minacciando seriamente la chiusura del nostro scalo portuale». «Fino a quando non avremo certezze», chiosa Camplone, «in merito ad azioni risolutive concrete per affrontare seriamente i problemi del nostro porto, le trombe delle nostre imbarcazioni non potranno suonare a festa, ma continueranno a far sentire il grido di protesta della marineria e la richiesta di intervento rivolto agli enti preposti».