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24 luglio

23 Luglio 2025

Oggi, ma nel 1991, a Francolise, in provincia di Caserta, un sicario del clan camorristico Muzzoni di Sessa Aurunca, affiliato alla Nuova famiglia, uccideva il piccolo imprenditore locale Alberto Varone, di 49 anni, originario della frazione Carano, reo di non essersi piegato alle richieste della criminalità organizzata locale. Il malcapitato avrebbe dovuto cedere l’attività di distribuzione dei giornali e pagare anche per il fastidio arrecato. Alberto (nella foto, particolare) di giorno gestiva un negozio di mobili in viale Trieste, nel pieno centro di Sessa Aurunca, e di notte andava a prendere i quotidiani al deposito di San Nicola la Strada, a 60 chilometri di distanza, per distribuirli in tutte le edicole, trenta, del territorio comunale di Sessa Aurunca, e da Roccamonfina al Garigliano. Stava viaggiando sulla sua Opel Kadett rossa verso San Nicola la Strada quando, sulla via Appia, in località “Acqua Galena”, tra gli abitati di Francolise, Teano e Sessa Aurunca quando cadeva vittima dell’agguato fatale eseguito a colpi di fucile a canne mozze esplosi a distanza ravvicinata. Il proiettile letale lo centrava in volto, ma nonostante tutto morirà in ospedale, al Nuovo Pellegrini di Napoli dopo essere passato per il Palasciano di Capua, dopo aver fatto capire chi abbia prematuramente decretato la fine della sua esistenza terrena. Saranno i carabinieri della stazione di Sant’Andrea del Pizzone a trovare il corpo esanime, su segnalazione anonima. La moglie Antonietta e il primogenito dei cinque figli Giancarlo subiranno intimidazioni malavitose quando cercheranno di proseguire le attività di Alberto. Ma la vedova, anche su suggerimento del vescovo Raffaele Nogaro, farà arrestare, in Spagna, il capoclan Mario Esposito che dopo l’estradizione verrà condannato, in via definitiva, a 30 anni di reclusione. La vicenda verrà raccontata dal giornalista di “Repubblica” Raffaele Sardo in un capitolo del volume intitolato “La Bestia”, che sarà edito da Melampo di Milano nel 2008.