Montesilvano e gli scandali infiniti

I tre anni di Cordoma dopo l'arresto di Cantagallo tra lotte di potere e indagini
MONTESILVANO. È la città delle inchieste giudiziarie. Dal 15 novembre 2006, giorno dell'arresto dell'ex sindaco Enzo Cantagallo con l'accusa di aver preso tangenti per dare appalti agli amici, Montesilvano vive con la paura di avere gli occhi della procura addosso. Oggi, Pasquale Cordoma, sindaco della legalità, è coinvolto in quattro indagini. E da Montesilvano parte lo scandalo dei rifiuti.
Nato a Melito di Porto Salvo, a Reggio Calabria, Pasquale Cordoma è un medico di 50 anni, specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia. Dal 1994 è sposato con Silvia Alberici, dottoressa che ha lavorato anche a Villa Pini a Chieti. Sfiorato dall'inchiesta sulla Sanitopoli abruzzese, Cordoma è stato uno degli esperti che hanno certificato i rimborsi d'oro all'imprenditore Vincenzo Angelini anche se, alla finanza, ha raccontato di ignorare il significato della parola «sdo» e cioè le schede di dimissioni ospedaliere.
Prima di essere un politico, però, Cordoma si definisce un medico: «Dal 1987 al 1996 ha svolto l'attività alla guardia medica», recita la sua biografia. Il dottore della politica: è stato consigliere comunale di An dal 1995 al 2006 e dal 2003 coordinatore cittadino del partito. L'11 giugno 2007 è stato eletto sindaco, al secondo turno con 13.997 voti battendo Rocco Finocchio del Pd.
Anche da sindaco, Cordoma non ha smesso di fare il medico: «Io non vivo con la politica», queste le parole usate quando ha deciso di rendere pubblica la sua dichiarazione dei redditi da oltre centomila euro all'anno.
La sua biografia aggiunge: «Dal 2004 Cordoma è in prima linea contro la giunta di Enzo Cantagallo». Un rapporto di inimicizia attestato anche da un episodio: nei tre anni al comando, Cordoma si è rifiutato di appendere la foto di Cantagallo in sala giunta accanto ai quadri degli altri sindaci di Montesilvano dal 1944 al 2004.
Ma c'è un filo che lega Cantagallo, sindaco eletto con il 69,5 per cento dei voti, e Cordoma, eletto al ballottaggio: è il legame delle inchieste. Cantagallo è stato travolto dal Ciclone e arrestato due volte; Cordoma, emblema del rinnovamento, è scivolato in quattro indagini: la prima per lo spostamento del dirigente comunale Costantino Di Donato e fare spazio a Bellafronte Taraborrelli, la seconda sui concorsi truccati per assumere in Comune i prescelti dei politici, la terza sulle pressioni per trasferire una psicologa dell'Azienda speciale e la quarta sui rifiuti dell'Ecoemme e i legami con i Di Zio.
Al punto uno del programma elettorale, nel 2007, il tema dei rifiuti rimbalza: Cordoma ha promesso «meno tasse per tutti» garantendo la «riduzione» della Tarsu, una tassa che dal 1999 a oggi a Montesilvano è cresciuta del 105 per cento. Dopo tre anni, la cifra pagata dai cittadini è rimasta invariata ma, in compenso, uno tra i primi atti da sindaco di Cordoma è stato la lotta alle sigarette negli uffici pubblici. Con una circolare del 5 novembre 2007, Cordoma ha ricordato dipendenti e amministratori pubblici «l'imprescindibile necessità del rispetto assoluto della normativa antifumo nei luoghi chiusi».
Ritrovatosi un fardello di tre milioni di euro di debiti fuori bilancio da pagare, Cordoma ha dovuto fare i conti con un passato di spese senza controllo: dopo tre anni, Cordoma si dimette lasciando un dato che, in parte, gli dà ragione e cioè un avanzo di bilancio di 3,4 milioni di euro. In parte, perché si può parlare di un tesoretto ma anche di soldi non spesi per la città. Tra i meriti di Cordoma, c'è l'istituzione dell'ufficio Disabili, esempio di «buona amministrazione» anche per il ministro Renato Brunetta.
Ma Cordoma è anche il sindaco, nemico giurato di Cantagallo, che in giunta ha portato gli uomini chiave dello stesso Cantagallo: Claudio Daventura, consigliere della lista Arcobaleno con Paolo Di Blasio, è vicesindaco; Mimmo Di Giacomo, ex capogruppo della Margherita, è assessore all'Urbanistica; Emidio Di Felice, consigliere con la lista Teodoro, è assessore alle Finanze; Pietro Gabriele, eletto con il Pd, è assessore alla Pubblica istruzione; Luigi Marchegiani e Maria Rosaria Parlione, ex assessori con Cantagallo, sono capogruppo del Pdl e consigliera dell'Udc; Emilio Di Censo, ex presidente Ecoemme con Cantagallo, è consigliere dell'Udc; Giuseppe Menè, ex Margherita, è consigliere del Pdl.
Se dal centrosinistra sono stati leali, l'attacco frontale è giunto dal centrodestra con i ribelli del Pdl. Da sei mesi, l'amministrazione è logorata da una lotta di potere che parte anche da un dato: Cordoma, con le dimissioni dell'assessore Carlo Tereo de Landerset, ha sommato alla carica di sindaco anche l'incarico di assessore ai Lavori pubblici e coordinatore cittadino del Pdl. Con queste condizioni, il patto dei ravioli, siglato in un agriturismo di Carpineto della Nora il 30 giugno per mandare avanti l'amministrazione, è durato meno di tre mesi.
Nato a Melito di Porto Salvo, a Reggio Calabria, Pasquale Cordoma è un medico di 50 anni, specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia. Dal 1994 è sposato con Silvia Alberici, dottoressa che ha lavorato anche a Villa Pini a Chieti. Sfiorato dall'inchiesta sulla Sanitopoli abruzzese, Cordoma è stato uno degli esperti che hanno certificato i rimborsi d'oro all'imprenditore Vincenzo Angelini anche se, alla finanza, ha raccontato di ignorare il significato della parola «sdo» e cioè le schede di dimissioni ospedaliere.
Prima di essere un politico, però, Cordoma si definisce un medico: «Dal 1987 al 1996 ha svolto l'attività alla guardia medica», recita la sua biografia. Il dottore della politica: è stato consigliere comunale di An dal 1995 al 2006 e dal 2003 coordinatore cittadino del partito. L'11 giugno 2007 è stato eletto sindaco, al secondo turno con 13.997 voti battendo Rocco Finocchio del Pd.
Anche da sindaco, Cordoma non ha smesso di fare il medico: «Io non vivo con la politica», queste le parole usate quando ha deciso di rendere pubblica la sua dichiarazione dei redditi da oltre centomila euro all'anno.
La sua biografia aggiunge: «Dal 2004 Cordoma è in prima linea contro la giunta di Enzo Cantagallo». Un rapporto di inimicizia attestato anche da un episodio: nei tre anni al comando, Cordoma si è rifiutato di appendere la foto di Cantagallo in sala giunta accanto ai quadri degli altri sindaci di Montesilvano dal 1944 al 2004.
Ma c'è un filo che lega Cantagallo, sindaco eletto con il 69,5 per cento dei voti, e Cordoma, eletto al ballottaggio: è il legame delle inchieste. Cantagallo è stato travolto dal Ciclone e arrestato due volte; Cordoma, emblema del rinnovamento, è scivolato in quattro indagini: la prima per lo spostamento del dirigente comunale Costantino Di Donato e fare spazio a Bellafronte Taraborrelli, la seconda sui concorsi truccati per assumere in Comune i prescelti dei politici, la terza sulle pressioni per trasferire una psicologa dell'Azienda speciale e la quarta sui rifiuti dell'Ecoemme e i legami con i Di Zio.
Al punto uno del programma elettorale, nel 2007, il tema dei rifiuti rimbalza: Cordoma ha promesso «meno tasse per tutti» garantendo la «riduzione» della Tarsu, una tassa che dal 1999 a oggi a Montesilvano è cresciuta del 105 per cento. Dopo tre anni, la cifra pagata dai cittadini è rimasta invariata ma, in compenso, uno tra i primi atti da sindaco di Cordoma è stato la lotta alle sigarette negli uffici pubblici. Con una circolare del 5 novembre 2007, Cordoma ha ricordato dipendenti e amministratori pubblici «l'imprescindibile necessità del rispetto assoluto della normativa antifumo nei luoghi chiusi».
Ritrovatosi un fardello di tre milioni di euro di debiti fuori bilancio da pagare, Cordoma ha dovuto fare i conti con un passato di spese senza controllo: dopo tre anni, Cordoma si dimette lasciando un dato che, in parte, gli dà ragione e cioè un avanzo di bilancio di 3,4 milioni di euro. In parte, perché si può parlare di un tesoretto ma anche di soldi non spesi per la città. Tra i meriti di Cordoma, c'è l'istituzione dell'ufficio Disabili, esempio di «buona amministrazione» anche per il ministro Renato Brunetta.
Ma Cordoma è anche il sindaco, nemico giurato di Cantagallo, che in giunta ha portato gli uomini chiave dello stesso Cantagallo: Claudio Daventura, consigliere della lista Arcobaleno con Paolo Di Blasio, è vicesindaco; Mimmo Di Giacomo, ex capogruppo della Margherita, è assessore all'Urbanistica; Emidio Di Felice, consigliere con la lista Teodoro, è assessore alle Finanze; Pietro Gabriele, eletto con il Pd, è assessore alla Pubblica istruzione; Luigi Marchegiani e Maria Rosaria Parlione, ex assessori con Cantagallo, sono capogruppo del Pdl e consigliera dell'Udc; Emilio Di Censo, ex presidente Ecoemme con Cantagallo, è consigliere dell'Udc; Giuseppe Menè, ex Margherita, è consigliere del Pdl.
Se dal centrosinistra sono stati leali, l'attacco frontale è giunto dal centrodestra con i ribelli del Pdl. Da sei mesi, l'amministrazione è logorata da una lotta di potere che parte anche da un dato: Cordoma, con le dimissioni dell'assessore Carlo Tereo de Landerset, ha sommato alla carica di sindaco anche l'incarico di assessore ai Lavori pubblici e coordinatore cittadino del Pdl. Con queste condizioni, il patto dei ravioli, siglato in un agriturismo di Carpineto della Nora il 30 giugno per mandare avanti l'amministrazione, è durato meno di tre mesi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA