Il piccolo in braccio alla poliziotta che si è presa cura di lui fino a tardi

PESCARA

Morde al viso la sua compagna davanti al bambino di 3 anni

Via Parco Nazionale d’Abruzzo: geloso dell’ex di lei, padre del piccolo, prende a calci l’auto della donna e poi si scaglia contro di lei. Acciuffato dopo una breve fuga

PESCARA. Ha vissuto un amore difficile, fatto di litigi e di violenze, anche davanti al suo bambino di appena tre anni. Ha subìto urla, botte e morsi una donna di 29 anni di Pescara che due giorni fa, dopo l'ultima aggressione, ha denunciato il suo compagno e lo ha fatto arrestare. Lui, trentenne, l'ha picchiata davanti al suo bimbo mentre la donna e il figlioletto erano in auto, in via Parco Nazionale d'Abruzzo.
IL TENTATIVO DI FUGA Qualcuno ha notato la scena e ha chiamato la polizia, facendo intervenire il personale della squadra volante. Inutile il tentativo di fuga: in una manciata di minuti il responsabile è stato bloccato e ora è agli arresti domiciliari per maltrattamenti in famiglia e lesioni, visto che l'episodio di mercoledì non è stato l'unico e che l'altra sera la donna è finita in ospedale, dove è stata giudicata guaribile in 21 giorni.
E mentre lei, molto turbata dall'accaduto, veniva accompagnata in questura e raccontava tutto agli agenti, il suo bimbo veniva coccolato da una poliziotta che si è presa cura di lui dal momento in cui le pattuglie sono arrivate in via Parco Nazionale d'Abruzzo e lo hanno trovato con la sua mamma, impaurito da quello che aveva appena visto.

Davide Zaccone, capo della squadra volante
LA TESTIMONIANZA I fatti, ricostruiti dagli uomini della Volante, diretta da Davide Zaccone. Sono all'incirca le 19.30 di mercoledì quando al 113 arriva la segnalazione di chi vive in via Parco Nazionale d'Abruzzo e assiste alla scena di violenza mentre rientra a casa. C'è un uomo che inveisce contro una donna, raccontano i testimoni alla polizia, e prende a calci la sua auto sotto gli occhi del bambino, per poi scagliarsi contro la 29enne, sempre infischiandosene della presenza del piccolo. All'arrivo della polizia il trentenne fugge mentre la sua compagna è in auto, con il figlio, ed è in lacrime, in preda a una crisi di pianto, con le ferite sul volto dell'aggressione appena subita. Impietrito dalla paura, al suo fianco, c'è il bambino. Si aggrappa a una poliziotta e resta con lei anche nelle ore successive, accudito amorevolmente, tra una merenda a base di pizza e una serie di giochi, mentre sua madre si libera di un peso enorme e denuncia il trentenne. Con il passare delle ore, la Volante ricostruisce il quadro. I due si conoscono dall'anno scorso, quando la donna viveva ancora con il padre del bambino.
LA CONVIVENZA Una volta interrotta questa relazione comincia la convivenza con il trentenne, ma lui è geloso dell'ex, la cui presenza è inevitabile per via del piccolo. I problemi aumentano durante l'emergenza per il coronavirus perché la donna perde il lavoro e quindi è sempre a casa con il suo compagno: la convivenza diventa ancora più difficile.
Qualche giorno fa la rottura: il trentenne, dopo una lite violenta, va via dalla casa che i due condividono nella zona dei colli e torna dalla madre. Ma poi chiede alla donna un ultimo appuntamento, quello in via Parco Nazionale d'Abruzzo, annunciando di presentarsi con un amico e di voler solo parlare, tranquillamente. Non è così. Arriva solo e non ha buone intenzioni. Alza la voce e le mani, afferra la donna per il collo e le dà un morso sul viso.
IL MORSO SUL BRACCIO Non è l'unico ricevuto dalla 29enne, come mostrano i segni di un altro morso, precedente, sul braccio. Non è chiaro che cosa lo abbia turbato fino a quel punto, ma non si preoccupa né del piccolo né di chi lo vede in strada. Ricevuta dai testimoni la descrizione del trentenne, i poliziotti lo cercano e lo trovano subito, mentre sta cercando di raggiungere l'abitazione della madre. Viene arrestato, inchiodato dalle sue responsabilità. Per la donna e il bimbo c'è solo una cosa da fare: provare a dimenticare tutto.
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