Morosini, l'autopsia esclude l'aneurismama non chiarisce le cause della morteIl pm: Macchina dei vigili? Per ora è irrilevante

Il Pm ha affiancato un consulente tossicologo al medico legale per l'esame sul corpo del calciatore del Livorno vittima di un malore all'Adriatico. "Abbiamo nominato anche un tossicologo perché siamo nello sport"

PESCARA.  "Non ci sono situazioni macroscopiche evidenti che ci permettano di determinare la morte del ragazzo". Così il medico legale Cristian D'Ovidio appena terminata l'autopsia sulla salma di Piermario Morosini, il centrocampista del Livorno morto sabato pomeriggio dopo un malore durante la partita Pescara-Livorno allo stadio Adriatico. Parole, quelle di D'Ovidio, che escludono l'aneurisma celebrale ma non l'infarto. Sulle cause l'attenzione dei medici sarebbe concentrata sull'accertamento di difetti cardiaci come alterazioni strutturali dell'organo e su difetti genetici che coinvolgono la conduzione elettrica del cuore.

L'autopsia, a cui ha partecipato anche il tossicologo Simona Martello dell'Università Cattolica di Roma, è durata oltre sei ore. Un  lavoro lungo e complesso che proseguirà anche nei prossimi giorni: "Sono necessari ulteriori approfondimenti anche di carattere tossicologico". La salma sta per essere ricomposta per poter essere riconsegnata ai familiari dopo il nullaosta della magistratura che dovrebbe arrivare già in serata. Questo farà sì che la salma partirà per Livorno soltanto nella mattinata di domani.

All'autopsia avrebbero partecipato anche due esponenti della polizia giudiziaria. La presenza dei due, inviati dalla procura, è per espletare tutte le procedure giudiziarie per il prelievo, in funzione della custodia per l'esame probatorio. Il custode giudiziario dei reperti è lo stesso D'Ovidio, incaricato dell'autopsia. I magistrati hanno anche chiarito che, fino a quando non emergeranno le considerazioni dell'autopsia, la presenza dell'autovettura dei vigili urbani del corpo di Pescara, che avrebbe per qualche minuto impedito all'ambulanza di entrare in campo, non ha nessuna rilevanza penale.

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NOMINATO ANCHE UN TOSSICOLOGO. "Abbiamo nominato anche un tossicologo perché siamo nello sport", ha spiegato il procuratore aggiunto Cristina Todeschini. Il medico legale avrà 60 giorni di tempo per comunicare alla Procura i risultati ufficiali dell'autopsia, mentre la famiglia, rappresentata oggi dal cugino Piergiulio Morosini, ha nominato un perito di parte, la dottoressa Cristina Basso di Padova, in rappresentanza della sorella di Piermario che è disabile. Come ha chiarito la Todeschini nel procedimento entrano solo i familiari, per ora ne restano fuori le società sportive del Livorno e dell'Udinese. Il dg Giovanni Gardini del Livorno ha comunque precisato di essere venuto in tribunale solo per tutelare la famiglia di Morosini e che il Livorno non ha chiesto nulla ai magistrati.

IL PM: L'IPOTESI E' OMICIDIO COLPOSO. Sarà un'autopsia ad "ampio raggio", quella sul corpo di Piermario Morosini, per sapere "più cose possibili", ha spiegato il procuratore aggiunto di Pescara, Cristina Todeschini. "Per ora sul fascicolo c'è scritto 'ignoti', per cautelarci il più possibile", ha proseguito il magistrato, "e l'ipotesi generica è quella di omicidio colposo. Tutto questo qualora dall'autopsia emergano ipotesi di rilevanza penale". "È un evento triste", ha concluso la Todeschini, "cerchiamo di capire se questo ragazzo ha avuto qualcosa che proprio l'attività sportiva ha messo in risalto, perché magari in una persona normale che non fa attività ad alto livello certe problematiche possono non emergere". La Todeschini evidentemente si riferisce anche alle eventuali familiarità del centrocampista del Livorno che ha perso il padre proprio per problemi cardiaci.

FORSE TEST DEL DNA PER PROBLEMI CUORE. Qualora l'attenzione dell'esame autopstico si focalizzasse sui problemi cardiaci, secondo gli esperti si dovrebbe scandagliare anche tutte le ipotesi di difetti genetici legati all'attività elettrica del cuore. Per questo potrebbero essere effettuati anche test del Dna sui tessuti di Piermario Morosini. Lo si apprende da fonti sanitarie.

I NODI DA SCIOGLIERE. Saranno proprio i risultati dell'autopsia che condizioneranno l'evolversi dell'inchiesta. Sulla base della perizia il pm valuterà infatti se esistono gli estremi di un eventuale reato da iscrivere sul fascicolo e gli ipotetici indagati, che per ora non risultano iscritti. La prima ipotesi di reato sarebbe omicidio colposo. Per ora il fascicolo è stato aperto con la semplice dicitura degli "atti relativi alla morte di Piermario Morosini". Il nodo che, con tutta probabilità, il magistrato vuole sciogliere è quello relativo ai soccorsi e alla polemica sulla macchina dei vigili urbani che ha bloccato per qualche minuto l'ambulanza fuori dal campo di gioco. La D'Agostino vuole sapere se il piccolo ritardo è stato fatale a Morosini o se i soccorsi in campo sarebbero stati sufficienti a salvarlo, se fosse stato possibile salvarlo in quel modo.

IL PM: MACCHINA VIGILI? PER ORA IRRILEVANTE. In attesa dei risultati dell'autopsia sulla salma di Piermario Morosini, e mentre non si placano ancora le polemiche sulla presenza dell'autovettura dei vigili urbani del corpo di Pescara che avrebbe per qualche minuto impedito all'ambulanza di entrare in campo, è proprio il procuratore aggiunto di Pescara Cristina Todeschini a spiegare che "dalle notizie che abbiamo fin qui la rilevanza del fatto sembra inesistente".  "Il fatto e i tempi interposti al momento non dicono nulla di più di quello che già sappiamo sia accaduto al povero Morosini, fermo restando che qualora indagine interna dei vigili urbani ci venisse consegnata con una serie di considerazioni, allora, anche noi la esamineremmo", ha aggiunto Todeschini.

IL CAPO DEI VIGILI: AGENTE SOTTO CHOC, NO A GOGNA. Sulla polemicha relativa all'auto dei vigili che ha ostacolato l'accesso dell'ambulanza allo stadio durante i soccorsi è intervenuto ieri il comandante della Polizia municipale di Pescara. "Con questa gogna mediatica si rischia di far male a due persone: una che purtroppo non c'è più e un'altra, quasi in stato di choc, a cui stiamo dando addosso", ha dichiarato Carlo Maggitti facendo riferimento all'agente che ha parcheggiato l'auto di servizio nel tunnel di accesso allo stadio Adriatico. "L'agente", spiega Maggitti. "è preoccupatissimo, è rimasto malissimo ed è quasi in stato di choc. Si tratta di un bravo ragazzo, rimasto profondamente colpito, temendo che una sua distrazione possa essere stata concausa di quanto accaduto". Più duro il sindaco Luigi Albore Mascia: "L'indagine interna sarà inflessibile e le sanzioni tutte quelle ipotizzabili". Ma anche il primo cittadino di Pescara chiede che "non si prendano scorciatoie e non si accusi per questo il ritardo dei soccorsi, che non c'è stato" e sottolinea che l'atteggiamento dell'agente sarebbe una "leggerezza, un attimo di distrazione".

I FUNERALI DI MOROSINI. Nel caso di una successiva iscrizione di qualcuno nel registro degli indagati in relazione ai risultati dell'esame che indicherebbero delle responsabilità nella morte di Morosini, e in assenza del perito dell'indagato, l'esame sarebbe non utilizzabile in dibattimento a meno che il magistrato non chieda già da domani il prelievo di alcuni elementi autoptici per la successiva controanalisi necessaria per l'udienza probatoria. Questi elementi tecnici non hanno comunque distolto l'entourage del povero giocatore dal volere dei funerali il prima possibile: il procuratore del giocatore, Ernesto Randazzo, a cui è spettato l'amaro compito di affrontare i cronisti fuori l'obitorio, ha detto che Morosini era un "giovane uomo che aveva sofferto e che chiedeva sempre a bassa voce se poteva avere un attimo di felicità, ma è evidente che ieri la risposta è stata no... Ora vogliamo solo fare il funerale, mercoledì o giovedì a Bergamo".
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