Museo, il Comune affida la pratica ai legali

All’esame la diffida della fondazione Genti. Marchegiani: «Non possiamo pagare quanto richiesto»

PESCARA. L’amministrazione comunale ha dato incarico all’Avvocatura di esaminare la diffida inviata dalla fondazione Museo delle Genti d’Abruzzo. Lo ha rivelato ieri l’assessore ai musei Paola Marchegiani al termine di una riunione con il vice direttore generale del Comune Guido Dezio e il capogruppo del Pd Marco Presutti per fare il punto della situazione.

La diffida inviata dal direttore della fondazione Ermanno De Pompeis, su mandato del cda dell’ente, con richiesta al Comune del pagamento di 184.254 euro, per il mancato versamento di parte dei contributi concordati nel 2013, 2014 e 2015, ha sorpreso l’amministrazione, cui sono stati concessi 15 giorni di tempo per saldare il conto presentato dalla fondazione. Altrimenti quest’ultima ricorrerà alle vie legali.

Ma gli avvocati del Comune sono già al lavoro per organizzare un’eventuale difesa. «Dovranno verificare se quella diffida ha le gambe per camminare», ha rivelato Dezio. «Vogliamo arrivare ad un’intesa con la fondazione», ha aggiunto l’assessore, «ma non possiamo pagare l’intera somma richiesta, perché il Comune è in predissesto e ci sono dei vincoli in bilancio da rispettare».

Al momento l’amministrazione comunale non ha i soldi per pagare nemmeno una parte della richiesta avanzata dall’organismo che gestisce il museo delle Genti. Dovrebbe reperirli da altri capitoli di spesa e la cosa non appare affatto facile, dato che le uscite sono state già ridotte all’osso.

Inoltre, l’amministrazione vuole aspettare che vengano introdotte le modifiche allo statuto che porteranno a una nuova governance per la fondazione, forse entro la fine dell’anno. Nuova governance che si dovrà occupare, innanzitutto, della situazione debitoria dell’ente.

Ieri, Marchegiani e Dezio hanno rivelato che la fondazione delle Genti starebbe navigando da tempo nei debiti. Secondo quanto riferito, ci sarebbero circa 300mila euro di debiti nei confronti di Equitalia e altri 100mila nei confronti di una banca, per un totale di 400mila euro. Soldi che la fondazione dovrebbe dilazionare in rate annuali di 50mila euro l’anno.

L’amministrazione pone, a questo punto, il risanamento contabile come condizione per un rilancio dell’ente, di cui il Comune è il principale protagonista. Insomma i soldi, almeno per il momento non verranno sborsati. E la fondazione non sembra affatto intenzionata ad attendere altro tempo, visti i toni da ultimatum usati nel documento di messa in mora del Comune. I 15 giorni concessi dalla ricezione della diffida si sono già ridotti a dieci. In ballo ci sono 14 dipendenti che non ricevono da quasi tre mesi gli stipendi.(a.ben.)

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