Nel 2014 l’ultimo omicidio-suicidio

Pensionato prese a martellate la moglie, poi si gettò nel fiume vicino a casa

SPOLTORE. Due omicidi-suicidi si sono consumati nell'ultimo decennio nel Pescarese, entrambi a Spoltore. Il primo caso risale a due anni e mezzo. Era il 24 giugno del 2014, quando in una casa di Santa Teresa, in via Aterno, il tran tran mattutino di una coppia di anziani viene interrotto per sempre dai colpi di martello che il marito, Domenico Ranalli, 89 anni, scaglia contro l'amata coniuge Eleonora Pierfelice, 85 anni, dopo 71 anni trascorsi insieme. Subito aver ucciso a martellate la moglie, Ranalli si è suicidato buttandosi nel fiume Pescara, vicino a casa, raggiungendo il corso d'acqua dal parcheggio del centro commerciale Auchan-Mall. A scatenare la furia omicida e suicida del l'anziano, probabilmente lo strazio, ormai non più sopportabile per l'89enne, per le condizioni della sua Eleonora, alla quale è sempre stato molto legato e non ce la faceva più a vederla soffrire. Il secondo caso si consuma un sabato mattina: è il 15 luglio 2006. Giustino Di Nicola, 81 anni, saluta il nipotino, il figlio e la nuora che escono per una giornata al mare e si dirige verso l'armadietto dove custodisce l'attrezzatura per la caccia. Tira fuori un fucile, lo imbraccia e fa fuoco contro la moglie Antonietta Febo, 78 anni, sposata 50 anni prima. Quando la compagna di una vita, la madre dei suoi figli, è ormai senza vita, l'uomo punta il fucile sotto il suo mento e preme ancora una volta il grilletto, per morirle accanto. Pochi istanti e un'intera famiglia viene risucchiata nel vortice di un dolore lacerante, difficile da spiegare e da accettare. Giustino, che pure nei giorni precedenti la tragedia non aveva mostrato una condizione psicologica tale da far presagire il delitto, era sembrato un po' giù di morale e impensierito per alcuni problemi di salute della moglie, ricoverata alcune settimane prima in ospedale per accertamenti e per malanni, anche dovuti all'età, che andavano tenuti sotto controllo, comunque niente di tanto grave da far temere per la vita della donna. Per la paura di perdere Antonietta, la mente di Giustino era entrata in un tunnel senza luce. Il pensionato si era convinto che l'unica soluzione fosse farla finita, ma non prima di mettere fine anche all'esistenza dell'amata moglie. A rientro dal mare, il figlio scoprì i cadaveri dei genitori in camera da letto.