«Non sono il bullo rapinatore, ho un alibi»

13 Maggio 2014

Gli interrogatori per le aggressioni violente. Uno dei minore in carcere si difende: ho trascorso la serata sotto casa con amici

PESCARA. «Quella sera ero con altri amici sotto casa mia: non c’entro nulla con la rapina». E’ rimasto solo dieci minuti di fronte al gip di Roma il 16enne arrestato per rapina nel corso dell’operazione della squadra Mobile che ha fatto emergere uno spaccato giovanile fatto di aggressioni, pestaggi a caso e rapine e per cui sono finiti agli arresti sei ragazzi mentre altri quattro sono stati denunciati. Il primo a difendersi davanti al giudice è stato un 16enne di Pescara rinchiuso nell’istituto minorile di Casal del Marmo e assistito dall’avvocato Pasquale Provenzano. Il ragazzo ha dato la sua versione, contrastante con quella dell’accusa che ne ha richiesto l’arresto per aver partecipato alla rapina con calci e pugni ai danni di uno studente di 17 anni.

Il minore: non c’entro con la rapina, ho un alibi. «Quella sera non ero dalle parti della discoteca», avrebbe detto il giovane aggiungendo di essersi trattenuto sotto casa con altri amici di cui, poi, ha fatto i nomi. Un alibi che cozzerebbe con quello che sostiene l’accusa e in particolare con il racconto della stessa vittima che ha riconosciuto nel 16enne il suo rapinatore così come alcuni suoi amici ne hanno confermato la presenza, la notte del 29 marzo, dalle parti della discoteca Cutty Sark. La settimana degli interrogatori dei sei arrestati è iniziata così con le difese di due minori, quelli che appartengono al filone di indagine che ruota attorno a una Multipla blu e alla figura di Elvis Naziri, serbo di 20 anni residente a Pescara, arrestato ai domiciliari e che il minorenne interrogato ieri ha detto di conoscere. Gli interrogatori della banda della Multipla. «Io non c’ero, ero sotto casa con altri amici»: è questo quello che il minorenne avrebbe detto respingendo la ricostruzione dell’accusa e del giudice del tribunale dei minori Petra Giunti che, nel commentare le aggressioni, ha definito i giovani coinvolti «con un’indole violenta e priva di freni inibitori» per cui, come ha proseguito, «le misure cautelari sono le uniche idonee ad evitare la reiterazione di reati analoghi».

Gli interrogatori per le aggressioni a Pescara vecchia. I due minorenni ascoltati ieri mattina – il secondo è stato assistito da un legale d’ufficio – riportano alla notte tra il 29 e il 30 marzo quando uno studente di 17 anni di un liceo scientifico stava vendendo biglietti per una serata nel locale Cutty Sark in via Paolucci. Lo studente, come poi ha denunciato alla polizia, è stato avvicinato da due ragazzi per ricevere informazioni sui biglietti e, poi, si è lasciato convincere a salire nella loro automobile, una Fiat Multipla.

Con un scusa la studente è stato portato in un luogo appartato dove sarebbe stato colpito da Naziri e dagli altri minori con pugni e calci e derubato del telefonino, di una catenina e di 200 euro. Abbandonato in un luogo isolato, lo studente ha trovato aiuto bussando alla porta di una casa. Il giorno seguente è scattata la denuncia ed è arrivata la svolta. Quando lo studente-pr è stato portato dalla polizia sul luogo dell’aggressione il ragazzo si è trovato sulla strada la stessa Multipla con le stesse persone dentro. «Sì, sono loro», ha detto agli agenti che, quindi, sono riusciti a dare un nome e un cognome ai componenti della banda della Multipla, ragazzi tra i 15 e i 24 anni e su cui pende l’accusa anche di un’altra aggressione ai danni di un minorenne albanese.

Tra oggi e domani saranno interrogati anche gli altri arrestati nell’inchiesta sulla movida violenta: oggi toccherà a Fabrizio De Florentis, 24 anni di Pescara, arrestato con l’accusa di aver aggredito un malcapitato in via dei Bastioni la notte del 27 aprile, mentre domani toccherà a Neziri, difeso dall’avvocato Alfredo Testa, e all’albanese Fabjol Berisha accusato di aver mandato all’ospedale un altro giovane fratturandogli la mandibola in via dei Bastioni a Pescara vecchia.

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