Nulli i test dei laureati in medicina, nuova prova per 300 in Abruzzo. Il ministro: "L'hanno fatta grossa"

Il pasticcio: invertiti i quiz per la specializzazione “Servizi clinici” e “Area Medica”. In Abruzzo trecento studenti dovranno tornare sui banchi a Chieti e L’Aquila

ROMA. Un “pacchetto” di quiz distribuito per errore al posto di un altro, e oltre 11 mila candidati all'ingresso alle Scuole di specializzazione in Medicina per l'Area Medica e i Servizi clinici si ritrovano a dover ripetere le prove scritte, spese e stress compresi. Causa della doccia fredda, uno sbaglio subito ammesso dal Cineca, il Consorzio interuniversitario incaricato di somministrare i test, e immediatamente reso noto agli interessati dal Miur, che ha parlato di una «grave anomalia», ma che ha già scatenato malumori e polemiche. Gli interessati, tutti i candidati che hanno sostenuto gli esami il 29 e 31 ottobre, nelle 117 sedi di esame, dovranno tornare sui banchi il 7 novembre; tutto liscio per le prove del 28 ottobre (quella con i 70 quiz comuni a tutti i candidati) e del 30 (quella dell'Area Chirurgica) che restano valide.

Anche in Abruzzo gli aspiranti specializzandi dovranno ripetere le prove, già sostenute, nel due giorni “incriminati” nelle Università di Chieti-Pescara e dell’Aquila. La conferma è arrivata, ieri sera, dal rettore della D’Annunzio, Carmine Di Ilio, che ha quantificato non meno di 300 nei medici interessati alla ripetizione dei test che si sono svolti in un modo particolare. I dipartimenti di Medicina infatti si sono dovuti limitare a fornire al Miur le postazioni con i computer che, nel caso della D’Annunzio, sono state solo una cinquantina. Questo ha comportato il coinvolgimento nella mega prova anche di scuole superiori non solo di Chieti ma anche di altre città abruzzesi, come Teramo, che non hanno Medicina.

I posti a disposizione in Abruzzo restano in totale 118, di cui 83 a Chieti e 35 all’Aquila. Spiccano, tra gli altri, i 13 posti nella scuola di specializzazione di Anestesia e Rianimazione, i 6 a Pediatria, i 5 a Medicina interna, Malattie cardiovascolari e Radiodiagnostica, i 4 di Oftalmologia e a Urologia, ed i tre rispettivamente a Medicina dello Sport, Ginecologia, Geriatria e Ortopedia, tutti a Chieti. Mentre all’Aquila si va da 6 posti disponibili a Radiodiagnostica, ai 5 di Malattie cardiovascolari, ai 4 di Pediatria e ai 3 di Oncologia, Geriatria e Pediatria.

Per l’esercito degli aspiranti specializzandi in Medicina, il 7 novembre doveva essere il giorno della pubblicazione della graduatoria stilata a livello nazionale. Invece, per quella data, dovranno tutti tornare a Chieti, L’Aquila e Teramo. Anche se il Codacons ha già annunciato che avvierà una causa collettiva di risarcimento danni contro il Miur e il Cineca. «È un vero e proprio scandalo», ha detto il presidente Carlo Rienzi, «tutti gli sforzi per affrontare le prove tra il 29 e il 31 ottobre sono stati annullati, i candidati dovranno ora sostenere nuovi costi e nuovi disagi».

Ancora più netto il commento del ministro dell'istruzione Stefania Giannini che, su Repubblica, parla di «clamoroso sbaglio materiale e umano» aggiungendo che si valuterà «se interrompere il rapporto con il consorzio». «Il ministro e il ministero non hanno colpe, questa complessità era imprevedibile, fuori dall’immaginazione», dice il ministro. «È arrivato questo errore informatico che ha messo in discussione tutto. Sì, rifaranno i test solo su quelle trenta domande generali nelle due specialità. Le dieci domande non generali, specifiche, erano corrette e lì non si rifarà niente. E così sono corretti il grande test per tutti del primo giorno e i quiz del terzo, quelli per chirurgia». Poi prosegue sul ruolo del Cineca «Il presidente Emilio Ferrari non mi ha offerto le dimissioni e non sono in grado di chiederle, non ne ho titolo: il Cineca non ha alcun rapporto di tutela o dipendenza dal ministero. Ora dovranno capire bene al loro interno che cosa è successo e noi valuteremo il nostro rapporto con loro. Questa volta l’hanno fatta grossa»