Omicidio colposo e disastro per l'esplosione di Tagliacozzo: indagata la madre di Valerio nel giorno del dolore per i 3 morti

11 Luglio 2014

Recuperati i corpi delle tre vittime. L’area messa parzialmente in sicurezza dagli artificieri. Dimessi due dei tre feriti, il sindaco proclama il lutto cittadino, rinviata la festa medievale

TAGLIACOZZO. Omicidio colposo plurimo e disastro colposo. È questa l’accusa che suona come una beffa e potrebbe scattare nei confronti di Lorenza Mattei, titolare dell’azienda di fuochi d’artificio di San Donato, per la morte del figlio Valerio Paolelli (37 anni), che ha perso la vita insieme ad altre due persone nella devastante esplosione avvenuta mercoledì. I tre corpi, compresi quelli di Antonio Morsani (47) (foto a destra) di Rieti, e Antonello D’Ambrosio (33) (foto a fianco) di Broccostella (Frosinone) ma residente a Cappadocia, sono stati recuperati nel corso di un laborioso intervento degli artificieri e la zona è stata messa parzialmente in sicurezza. Le operazioni continueranno nei prossimi giorni. Due dei tre feriti sono stati dimessi.

LE INDAGINI. Le cause della fortissima esplosione sono ancora da accertare. I carabinieri, dopo un summit al Comune di Tagliacozzo, sono tornati nell’area sequestrata insieme agli artificieri, ai vigili del fuoco, al personale Asl, e hanno recuperato le salme. La procura di Avezzano ha aperto un fascicolo in cui viene ipotizzato il reato di omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Per il momento, il provvedimento è contro ignoti, ma nelle prossime ore potrebbero scattare gli avvisi di garanzia nei confronti degli amministratori dell’azienda familiare Paolelli, in particolare per la madre, titolare, e per il fratello Armando, rimasto illeso insieme al padre Sergio, patron dell’azienda. L’inchiesta è coordinata dal procuratore Maurizio Maria Cerrato che, ieri mattina, ha eseguito il sopralluogo insieme ai periti, tra cui uno balistico, nominati dalla procura di Avezzano.

IL LEGALE. «Ce l’aspettavamo», ha commentato l’avvocato della famiglia Paolelli, Cesidio Di Salvatore, «era un atto dovuto. Allo stesso tempo, però, mi sembra di poter dichiarare che i miei assistiti, per quanto colpiti nel fisico e nell’animo a causa della tragedia subita, sono sereni per le indagini perché sicuramente dimostreranno che non c’è alcuna responsabilità da parte loro per quanto accaduto. La famiglia Paolelli», ha aggiunto il legale, «ha sempre adottato uno standard di sicurezza adeguato e che veniva rispettato quotidianamente. Per noi si è trattato di un caso fortuito, del tutto imprevedibile e non imputabile a nessuno di loro». Uno dei due feriti dimessi non era assunto, ma il legale ha spiegato che «si trattava di un consulente, capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato».

IL RECUPERO. L’ultimo corpo, quello finito sotto le macerie, è stato recuperato alle 14 e le salme trasferite all’obitorio di Avezzano. Proprio durante il ritrovamento di D’Ambrosio, suo padre, che attendeva la drammatica conferma al campo base a valle, è stato colto da un malore e trasportato in ospedale. Per le operazioni di recupero è stato creato un corridoio protetto in modo da poter trasportare le salme in sicurezza. È stato impiegato anche un escavatore dei vigili del fuoco per spostare le macerie.

I FERITI. L’algerino Kedhia Sofiane (61), residente a Rieti, il catanese di origini austriache Aurelio Chiariello (42) e il napoletano Onofrio Pasquariello (42), sono fuori pericolo: gli ultimi due sono stati dimessi ieri, mentre il primo è ricoverato nel reparto di Chirurgia. Presenta ustioni di secondo grado in diverse parti del corpo e ha riportato alcune fratture.

LUTTO CITTADINO. L’amministrazione comunale ha deciso di rimandare la tre giorni medievale dedicata ad Ascanio che doveva iniziare oggi: rinviate le manifestazioni del fine settimana. Il sindaco, Maurizio Di Marco Testa, ha proclamato il lutto cittadino per il giorno dei funerali.

IL PRECEDENTE. Un filo conduttore quello che lega il destino dei componenti della famiglia Paolelli. Anche il papà di Sergio Paolelli, Armando, morì una sera del 31 dicembre per l'esplosione di cartucce pirotecniche che portava con sé per festeggiare il Capodanno.

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