Palazzo a rischio, patto per affitti calmierati 

L’immobile pericolante in via Leopardi, il Comune pronto a sostenere gli inquilini in difficoltà economica

MONTESILVANO. Trovare una soluzione per le famiglie in difficoltà, anche con il coinvolgimento delle associazioni di categoria dei proprietari immobiliari. È questa la strada che in queste ore l’amministrazione comunale del sindaco Ottavio De Martinis sta cercando di percorrere per andare incontro ad alcuni residenti del palazzone di via Leopardi, colpito nei giorni scorsi da un’ordinanza di sgombero dei 250 appartamenti e dei 13 locali commerciali, a causa di un concreto rischio di crollo dell’edificio. Ieri mattina il primo cittadino e il vicesindaco Paolo Cilli hanno incontrato alcune famiglie che hanno espresso le proprie difficoltà nel reperire in breve tempo dei nuovi appartamenti. «Abbiamo già fatto un primo censimento con l’Azienda speciale», rivela il sindaco, «e finora sono 8 i nuclei che hanno espresso le proprie difficoltà economiche e sociali. Si tratta di disabili, disoccupati, anziani, ex utenti dello Sprar. Faremo tutto il possibile per aiutare chi è davvero in difficoltà».
A prendere in mano la situazione ieri è stato proprio il vice sindaco Cilli che ieri ha coinvolto anche l’Asppi (Associazione sindacale piccoli proprietari immobiliari) e l’Uppi (Unione piccoli proprietari immobiliari). «Nonostante il Comune non abbia nessun obbligo nei confronti degli abitanti del palazzo, in quanto si tratta di un edificio privato», ricorda Cilli, «abbiamo chiesto la collaborazione delle associazioni. L’idea è provare a sottoscrivere una convenzione con alcuni proprietari disposti a mettere a disposizione appartamenti a canoni calmierati. Di contro, l’amministrazione potrebbe valutare la possibilità, per loro, di uno sconto sull’Imu». A lanciare una proposta all’amministrazione sono anche i consiglieri di opposizione del Pd e del M5S: «Partendo dall’assunto che sul territorio montesilvanese ci sono moltissimi appartamenti invenduti e non affittati», sottolinea la minoranza, «si potrebbe sottoscrivere una convenzione tra il Comune e i costruttori di Montesilvano, i quali potrebbero dare in affitto agli inquilini (che sono costretti a lasciare la propria abitazione per la pericolosità dello stabile) un appartamento con lo stesso canone che pagavano in via Leopardi o, se proprietari, con canone a carico del Comune. Questa soluzione, da adottare fino al completamento dei lavori, potrebbe risultare utile e non onerosa per gli inquilini del palazzo». (a.l.)