Palazzo immigrati, il sindaco interrogato «Accuse infondate» 

De Martinis sentito per un’ora dai carabinieri in caserma «Ho solo firmato un documento in sostituzione di Maragno»

MONTESILVANO. «Sono sereno e fiducioso che tutto si risolverà nel migliore dei modi». Questo lo stato d’animo del sindaco Ottavio De Martinis che ieri pomeriggio è stato ascoltato dai carabinieri nell’ambito dell’inchiesta che ruota intorno al sistema di accoglienza degli immigrati (Sprar) a Montesilvano.
Il primo cittadino, infatti, è indagato per truffa aggravata, falso e abuso d’ufficio in concorso con altri 5 soggetti tra amministratori e dirigenti del Comune adriatico. A ricevere nei giorni scorsi gli avvisi di garanzia sono stati l’ex sindaco e attuale consigliere Francesco Maragno, il direttore dell’Azienda Speciale Eros Donatelli, il dirigente del settore amministrativo Alfonso Melchiorre, l’ex dirigente all’Urbanistica Valeriano Mergiotti e l’ex presidente del consiglio di amministrazione dell’Azienda Speciale, Luca Cirone.
L’inchiesta ruota in particolare intorno a uno degli immobili presi in affitto dal Comune di Montesilvano per poter accogliere i richiedenti asilo, quello al civico 21 di via Togliatti, sequestrato per presunte irregolarità edilizie nell’aprile del 2019, quando la stessa inchiesta aveva già portato al coinvolgimento di 7 indagati (tra cui lo stesso Mergiotti).
Ed è proprio per via delle procedure che portarono alla selezione degli immobili, necessaria per aderire al progetto Sprar, che i nomi dell’allora sindaco Maragno, del suo vice De Martinis e dei dirigenti dell’Azienda e del Comune, sono finiti nel fascicolo del sostituto procuratore Salvatore Campochiaro.
A partire dal 12 gennaio 2017, infatti, sono stati diversi gli avvisi pubblicati dall’Ente per consentire, a chiunque avesse la disponibilità di locali con le caratteristiche richieste, di potere avanzare la propria manifestazione di interesse. E’ per questa ragione che l’elenco degli immobili approvato in una prima fase, è stato successivamente modificato attraverso un documento firmato dall’ex vice sindaco De Martinis per via dell’assenza dell’allora primo cittadino Maragno.
Lo stesso documento che, dunque, ha determinato il coinvolgimento di De Martinis, come spiegato dal diretto interessato all’indomani della notifica dell’avviso di garanzia. Per chiarire la sua posizione, assistito dall’avvocato Renato Ricci, il sindaco ieri pomeriggio è stato ascoltato, per circa un’ora, dai carabinieri del comando provinciale di Pescara. «Ho risposto alle domande che mi sono state poste», evidenzia il primo cittadino, «e sono sereno. Anche perché io ho firmato solo un documento, in sostituzione del sindaco Maragno, in cui peraltro sull'immobile di via Togliatti si evidenziava che erano in corso degli accertamenti sulla documentazione e che il Comune si riservava la possibilità di non inserirlo tra le sedi prese in affitto per il sistema Sprar. Ho molto rispetto della magistratura ed è giusto che si facciano tutte le verifiche del caso, ma sono allo stesso tempo fiducioso che le indagini chiariranno presto che non ho commesso nessuno dei reati di cui vengo accusato. Così come sono sicuro che anche gli altri indagati, che conosco personalmente e che reputo persone e professionisti estremamente seri, usciranno indenni da questa inchiesta».
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