Parcheggi a pagamento: i residenti fanno ricorso

L’amministrazione comunale ha deciso di cancellare i posti auto gratuiti Gli abitanti di piazza Primo maggio si rivolgono al Tar per contestare la scelta

PESCARA. È scoppiata la rivolta contro l’amministrazione comunale che ha deciso di cancellare i parcheggi gratuiti per i residenti del centro. La prima protesta è cominciata in piazza Primo maggio. Gli abitanti hanno fatto ricorso al Tar per far annullare la delibera con cui sono stati aboliti i permessi gratis per i residenti nel parcheggio della piazza. Si tratta del provvedimento che ha anticipato la delibera del 4 giugno scorso con cui sono stati cancellati i permessi in tutte le zone del centro e sono stati istituiti abbonamenti mensili, dal prezzo di 15 euro, per gli automobilisti che abitano nella zona centrale della città. La giunta, però, ha già dato incarico all’Avvocatura dell’ente di resistere in giudizio contro i residenti.

Il ricorso dei cittadini di piazza Primo maggio potrebbe, quindi, fare da apripista ad altre azioni giudiziarie. I giudici del Tar, per la verità, si sono già espressi contro la richiesta di sospensiva, avanzata dai residenti, ma ora si attende la decisione nel merito che arriverà a breve. Ma quando il tribunale amministrativo si è pronunciato sulla richiesta di sospensiva la situazione era ben diversa. Non era stata ancora varata la seconda delibera sull’abolizione della sosta gratis in centro e sull’istituzione degli abbonamenti a prezzi ridotti. I giudici, quindi, non hanno accolto la sospensiva in quanto hanno ritenuto che vi fossero comunque dei parcheggi liberi nelle vicinanze di piazza Primo maggio utilizzabili dai residenti. Parcheggi liberi che ora, di fatto, non esistono più per l’effetto della seconda delibera approvata il 4 giugno scorso.

Alla luce di quest’ultima decisione, da parte della giunta comunale, i residenti, in tutto dieci, che hanno fatto ricorso sono convinti di poter vincere dinanzi al Tar.

Gli abitanti, difesi in giudizio dall’avvocato Marta Palumbo, hanno impugnato la delibera della giunta che, a loro dire, violerebbe alcune norme di legge e della Costituzione.

In particolare, l’articolo 3 della Costituzione che recita: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge... È compito della Repubblica di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana...». Inoltre, i residenti sostengono che sia stato violato l’articolo 7 del decreto legislativo 285, del 1992, che prescrive l’obbligo di stabilire le aree in cui è autorizzato il parcheggio dei veicoli. Il comma 11 dello stesso articolo dice, inoltre: «...I Comuni hanno la facoltà di riservare, con ordinanza del sindaco, superfici o spazi di sosta per veicoli privati dei soli residenti della zona, a titolo gratuito o oneroso». In piazza Primo maggio, a detta dei residenti, questi parcheggi riservati non sarebbero stati previsti. Il posteggio della piazza prevede indistintamente posti auto per chiunque.

Da qui la richiesta, contenuta nel ricorso, di annullare nel merito l’atto impugnato, «nella parte in cui stabilisce l’impossibilità di impiego nel parcheggio di piazza Primo maggio delle autorizzazioni alla sosta gratuita, in quanto residenti, ripristinando il loro diritto ad accedere all’area indicata nel contrassegno da rilasciarsi in qualità dei residenti della zona A».

Ma l’amministrazione comunale ha già schierato i suoi avvocati, guidati dalla direttrice Paola Di Marco, per difendere l’ente in giudizio resistendo al ricorso dei residenti.

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