Parcheggi, l’evasione manda in tilt i conti
La “gestione della sosta” continua a essere fallimentare: tra i problemi maggiori la carenza di controlli e l’Iva da pagare
PESCARA. La sosta a pagamento, invece di essere una risorsa economica per il Comune di Pescara, come accade in altre città italiane, rappresenta una spina nel fianco. Da quando è stata costituita una società ad hoc la gestione delle strisce blu avviene costantemente in perdita. L’azienda in house, interamente di proprietà dell’ente, considerata roccaforte della lista civica di Carlo Masci cui spetta la scelta del manager, è Pescara parcheggi definita dall’opposizione un carrozzone mangiasoldi pubblici.
E così appare leggendo i bilanci della società che, da quando è stata costituita nel 2010, non sono mai stati in attivo. Situazione ben diversa quando la gestione era diretta, cioè quando era il Comune tramite una cooperativa ad incassare i proventi della sosta a pagamento.
Fatto sta che ora Pescara parcheggi si trova in cattive acque e attende dal consiglio comunale di essere salvata con un piano di risanamento che prevede il ripiano delle perdite e un aumento di capitale. Piano ora bloccato in attesa dell’approvazione del bilancio comunale.
Gestione in perdita. I bilanci di Pescara parcheggi parlano chiaro. Se il Comune non interviene al più presto, la società in house porterà presto i libri in tribunale. L’ultimo bilancio del 2012 si è chiuso con una perdita di ben 679.308 euro. Nel 2011, i conti hanno fatto registrare un meno 476.081 euro.
Pesano l’evasione e l’Iva. Ma perché una società che incassa circa 3 milioni di euro ogni anno e conta appena una quarantina di dipendenti ha i conti in profondo rosso? Secondo uno studio condotto dai consiglieri del Pd Enzo Del Vecchio e Gianluca Fusilli, il problema principale sarebbe il pagamento dell’Iva. Pagamento obbligatorio per le società in house. Così Pescara parcheggi versa ogni anno di Iva oltre 600.000 euro. La tassa non sarebbe dovuta, se la gestione fosse diretta. Altri 1.922.000 euro vengono versati al Comune come aggio. Ma ora l’amministrazione ha provveduto a ridurlo a 1.235.000 per dare ossigeno alla società.
A tutto questo, si deve aggiungere la percentuale di evasione che, a detta dell’opposizione, raggiunge livelli elevati a causa della mancanza di controlli nelle aree di sosta a pagamento. L’opposizione, in proposito, snocciola alcuni dati. La media nazionale dell’utilizzo medio giornaliero degli stalli a pagamento è di 3,6 ore. A Pescara questa media si abbassa a 1,5 euro cioè oltre la metà della media nazionale. Sarebbe proprio l’evasione la causa. I posteggiatori, non essendo ausiliari del traffico, non hanno la possibilità di poter elevare contravvenzioni alle auto senza ticket. Spetta ai vigili urbani effettuare i controlli, ma non sempre ci sono agenti disponibili.
Quando i conti erano in attivo. È ancora vivo il ricordo di Alternativa 83, la cooperativa dei berretti rossi, che ha gestito sino al 2007 i parcheggi a pagamento di Pescara. Allora le cose andavano bene e i conti erano in attivo. La cooperativa incassava circa 2 milioni di euro e versava al Comune 925.000 euro di aggio senza pagare l’Iva. Nel 2008 e 2009, cioè prima della nascita di Pescara parcheggi, la gestione è passata in mano a un’associazione temporanea d’impresa guidata dalla Ecoesse. Ma quella scelta non si è rivelata tra le più felici. Tra Comune e Ati è sorto un contenzioso sull’aggio da versare all’ente.
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