Parco Caracciolo un polmone verde lasciato nel degrado

Penne, il Comune chiede alla Comunità montana di poterlo gestire. Già pronto il piano di rilancio

PENNE. Un polmone verde nel cuore di Penne medioevale vittima dell’incuria e delle ingiurie del tempo. È parco Caracciolo – De Simone, un giardino principesco che si estende su un terreno in pendio di circa due ettari sul versante occidentale del colle del Duomo.

Per tanti pennesi e per gli amanti della natura, il bosco potrebbe diventare una risorsa turistica per la città, ma negli anni i tentativi di riportarlo al suo antico splendore e salvarlo dal degrado e dall’oblio sono stati pochi o nulli, se si escludono le iniziative coraggiose della locale sezione di Italia nostra.

Il parco è ancora parte integrante della proprietà in cui sorge anche l’omonimo palazzo, sede fino allo scorso anno dell’ex Comunità montana vestina e dunque tuttora patrimonio dell’ente comunitario. L’amministrazione comunale del sindaco Rocco D’Alfonso ha presentato una richiesta alla odierna Comunità montana pescarese per ottenerne la gestione in comodato d’uso gratuito, garantendone la manutenzione. Il Comune ha già inviato, su esplicita richiesta della giunta comunitaria che sembra disposta ad accogliere l’istanza, un progetto di riqualificazione, ideato dalla cooperativa naturalistica Cogecstre di Penne. L’ipotesi progettuale è ora al vaglio degli amministratori della Comunità montana che in tempi brevi dovrebbero dare il loro assenso, formalizzandone la cessione con una delibera. Prima di allora il Comune ha le mani legate, ma sta utilizzando quest’attesa per individuare possibili canali di finanziamento necessari a supportare economicamente il progetto, che prevede la bonifica dell’intera area boschiva, oggi diventata una foresta impenetrabile di vegetazione spontanea fuori controllo e il ripristino di antichi sentieri che collegano la parte bassa a ridosso della circonvallazione con la sommità del colle del Duomo. «Si tratta di una grande occasione», spiega il consigliere comunale Daniele Toppeta, «per riconsegnare alla collettività un bene di indiscutibile valore ambientale e storico, facendone un luogo di aggregazione e cultura. L’amministrazione si impegna fin da ora a reperire le risorse».

Claudia Ficcaglia

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