L’avvocato

«Pericoloso l’acquisto su Internet»

PESCARA. Flavia Tortorella, avvocato esperta di diritto sportivo, ieri ha parlato agli studenti dei risvolti giuridici del doping. Dall’acquisto su Internet fino alle condanne in tribunale. Cosa si...

PESCARA. Flavia Tortorella, avvocato esperta di diritto sportivo, ieri ha parlato agli studenti dei risvolti giuridici del doping. Dall’acquisto su Internet fino alle condanne in tribunale.

Cosa si rischia a comprare doping su Internet?

«Si rischia la violazione del regolamento antidoping: anche il semplice possesso di una sostanza dopante, oltre al traffico e alla somministrazione, significa violare le regole. E il codice mondiale antidoping sanziona anche il possesso: quindi anche l’acquisto sul web può integrare la violazione di una fattispecie».

Le ultime inchieste pescaresi sul doping hanno portato alla scoperta di farmacie abusive in case e garage: cosa si può leggere dietro questo fenomeno?

«Un disvalore sociale che cresce e un dramma di solitudine dell’uomo contemporaneo. Viviamo in una società che propone modelli così elevati che tanti ragazzi si sentono inadeguati: tale inadeguatezza può comportare la paura di non essere all’altezza o di non farcela. Di conseguenza, ci si spinge a usare strumenti – e il doping è uno di questi – che possano mantenere alto il livello delle prestazioni. Per questo, non mi stupisce che si trovino ancora stanze piene di sostanze dopanti: i consumatori sono tanti. Ma la verità è che non bisogna per forza corrispondere al modello che la società ci prospetta».

Nelle inchieste capita di incrociare anche la disperazione dei genitori che scoprono i propri figli doparsi. Da avvocato che ne pensa?

«Scoprire che il proprio figlio si sia avvicinato al doping è doloroso e i genitori si domandano, allora, non conosciamo nostro figlio. È un dramma nel dramma: sarebbe necessario sostenere i genitori fornendo supporti psicologici».

In generale, capita che gli indagati si trincerino dietro la formula dell’uso personale: può reggere?

«In linea teorica potrebbe anche reggere ma ritengo che oggi, nelle aule di giustizia, ci sia molta più intransigenza nei confronti di queste esimenti e che i magistrati abbiano la possibilità di evitare che queste eccezioni si radichino. Insomma, non è facile cavarsela con una giustificazione così». ©RIPRODUZIONE RISERVATA