Pescara, aiuti alle donne che evitano l'aborto: scoppia la bufera

Mozione Fdl approvata in consiglio comunale con i voti del centrodestra. Immediate le reazioni: "Uno schiaffo a tutte le donne e alla legge 194, colpita la libertà di scelta, la giunta pensasse a istituire più servizi"

PESCARA. Via libera agli incentivi alle donne che rinunciano ad abortire: è il contenuto della mozione approvata in consiglio comunale e che sta sollevando polemiche in città. La mozione impegna tra l'altro il sindaco e la giunta a prevedere, in sede di primo bilancio utile e in base alle possibilità finanziarie, "le risorse necessarie per sostenere i progetti di aiuto alla Vita nascente attivati da parte di associazioni e organizzazioni quali - a mero titolo esemplificativo - i Centri di aiuto alla Vita".

In sostanza, con il documento a firma del consigliere Fdl Fabrizio Rapposelli, si vogliono aiutare economicamente le donne che si trovano in condizioni economiche disagiate e che scelgono di non abortire. Una "forzatura politica", secondo molti, in barba alla legge 194 che consente liberamente di abortire e che attacca la libera scelta delle donne. La mozione è passata con il voto contrario di Pd, liste civiche di centrosinistra e M5s.

"Uno schiaffo alle donne dalla maggioranza di centrodestra che governa il Comune - dichiarano i consiglieri contrari - Un obiettivo, la revisione della Legge 194, esplicitata da diversi interventi di consiglieri di centrodestra. Un voto inaccettabile ed estremista, che non rappresenta i pescaresi". "Pescara è una città libera e non è mai stata oscurantista - affermano i consiglieri del Pd Stefania Catalano, Piero Giampietro, Francesco Pagnanelli e Giovanni Di Iacovo insieme ai consiglieri delle liste di centrosinistra Marinella Sclocco e Mirko Frattarelli, e con loro i segretari provinciale e regionale del Pd, Nicola Maiale e Michele Fina - È un dovere costituzionale rimuovere gli ostacoli economici e materiali all'uguaglianza delle persone e alla loro piena realizzazione: nessuno pensi, però, di utilizzare questo dovere per agire con una leva moralista e paternalista contro la libera scelta delle donne. Molteplici possono essere le motivazioni che spingono una donna a scegliere l'aborto: questa Giunta istituisse più servizi a favore delle donne, piuttosto che pensare di comprare la loro libertà di scelta con qualche decina di euro". La Legge 194 è ancora inattuata in molti suoi aspetti, proseguono i consiglieri pescaresi, "con consultori da potenziare e servizi che sono stati attivati solo parzialmente: è questo il dovere delle amministrazioni locali, non fare campagne contro le donne". La mozione, fanno notare, è stata approvata proprio nel 75esimo anniversario del primo voto delle donne pescaresi, avvenuto il 31 marzo 1946 in occasione delle elezioni comunali.

"È gravissimo e degradante - afferma il segretario regionale dei Giovani Democratici, Claudio Mastrangelo - che per l'ennesima volta in questa consiliatura la destra utilizzi mezzucci mascherati da falsi buoni sentimenti per attaccare in maniera reazionaria la Legge 194 e la libera scelta delle donne. Se si vuole stare davvero dalla parte delle donne e incentivare la natalità in calo, piuttosto si incentivino i consultori e le iniziative di educazione sessuale nelle scuole per formare una consapevolezza alla sessualità nelle giovani generazioni, e si proceda a una verifica dell'adeguatezza della spesa sociale del Comune per le famiglie pescaresi, come ampiamente chiesto dal centrosinistra".

"La proposta votata dalla maggioranza nel consiglio comunale - afferma Azione Civica Pescara - denota la lontananza estrema di questi esponenti politici dalla realtà che tutta la cittadinanza vive. Una mozione a dir poco 'inconsistente' che non manca di discriminare e attaccare, anche se indirettamente, il diritto delle donne ad abortire ( vedi passaggio: «....la Giunta si impegna ad attivarsi in particolare... programmare interventi straordinari per fornire un sostegno economico e sociale alle donne in procinto di abortire....). Se si volesse davvero sostenere la maternità basterebbe copiare le politiche francesi a riguardo: supporto al lavoro femminile, aumento sostanziale dei nidi pubblici, adeguate politiche abitative (almeno) per le giovani coppie, sostegno concreto alle madri single, precise azioni sociali volte all'emersione dalla povertà, congedi parentali, trasformazione culturale della mentalità vetero patriarcale di metà della popolazione ancora 'non abilè a svolgere la propria parte di lavoro domestico, etc".

"Troviamo sminuente e sconsiderato il provvedimento del Consiglio comunale approvato dalla maggioranza di destra, di barattare una legittima scelta delle donne con un 'incentivo economico a chi rinuncia ad abortire1 che svela l'ennesima azione di natura clientelare atta a garantire fondi pubblici a un'azienda privata", afferma il collettivo Zona Fucsia - Abruzzo. "Riteniamo fondamentale un supporto alle donne che vogliono intraprendere un'interruzione di gravidanza, senza far leva su manipolazioni emotive ed economiche che limitano il diritto ad autodeterminarsi. Servono piuttosto scelte politiche adatte a garantire certezza per le donne nell'ambito lavorativo, presenza di nidi pubblici su tutto il territorio, affitti sostenibili per le famiglie in difficoltà. Respingiamo quindi in toto questa misera proposta di cui farebbero le spese donne, bambine e bambini che potrebbero venire al mondo in contesti non adeguati o in condizioni limite dove nessun partito, comune o istituzione - conclude il collettivo - potrà intervenire".