Pescara, albergatori delusi: "Meno turisti a Ferragosto"

11 Agosto 2011

La protesta: "Noi penalizzati dall'addio della Snav". De Pinto: Pescara salvata dall’aeroporto

PESCARA. Si chiamano Marcello, Massimo, Marco e Mauro, hanno tra i 40 e 50 anni, vengono da Asti e hanno scelto Pescara per la loro vacanza al mare. Ieri mattina l'arrivo in albergo e subito la voglia di buttarsi nella movida rivierasca, fare shopping e rilassarsi al mare, con una parentesi sportiva sui campi da tennis. Tempo di permanenza quattro giorni.

È questa l'ultima frontiera dei nuovi viaggiatori: vacanze ridotte ma il più possibile confortevoli. E Pescara non fa eccezione.

Siamo nel pieno di una stagione turistica partita a rilento, ma che fa comunque registrare una discreta presenza negli alberghi. Un equilibrio difficile ma possibile, un turismo penalizzato dai mancati collegamenti via mare della Snav, e aiutato dai voli diretti con l'estero: Norvegia, Inghilterra, Francia, Germania. Ma soprattutto una stagione che ha inaugurato quello che potremmo definire "il vacanziero parsimonioso".

«Tra i clienti affezionati c'è chi rinuncia alle ferie, circa il 5%, e chi accorcia il tempo di permanenza», spiega Domenico de Pinto, direttore dell'hotel Carlton su viale della Riviera, «sono tutti più attenti ai costi e ai servizi offerti». Paradossalmente il calo di prenotazioni quest'anno è più forte proprio in questo periodo. «Giugno e luglio sono andati abbastanza bene», continua de Pinto, «perché abbiamo avuto un afflusso di turisti stranieri grazie ai voli dall'estero, ma nelle due settimane a cavallo del Ferragosto le prenotazioni da fuori scendono, e quelle degli italiani languono».

Il mercato delle prenotazioni ormai passa sempre più attraverso internet e gli operatori si danno parecchio da fare, ma questo non basta. «Ci sentiamo spesso rispondere che non ci sono fondi per la promozione», aggiunge il direttore del Carlton, «e quindi ogni operazione si riduce a ciò che è nelle nostre forze, ma l'individualismo non paga. Dovremmo organizzarci meglio anche tra di noi, con una rete di servizi da offrire ai clienti. Noi lo facciamo anche d'inverno, programmando tour culturali, religiosi, ma anche giornate di shopping in outlet con possibilità di anticipare i saldi».

La clientela è varia, si va dalle famiglie con bambini alle persone anziane, «ma ci sono anche tanti giovani alla ricerca di tariffe convenienti via web». Le occasioni di far conoscere la città e l'intero Abruzzo si moltiplicano proprio grazie all'utilizzo della rete, ma quando i turisti arrivano la situazione si fa più complicata e le strutture di ricezione si sentono abbandonate a loro stesse.

«Le presenze ci sono ma il calo si è sentito», spiega Andrea D'Orazio dell'hotel Salus sul lungomare Matteotti, «e nessuno ci dà una mano ad affrontare meglio la situazione. Ci sono pochi eventi e scarsa organizzazione. Mancano i parcheggi, un servizio gratutito di navetta dall'aeroporto al centro, e lo spostamento dell'attracco dei catamarani della Snav al porto di Ortona non ci ha certo aiutati. Se non fosse per i voli della RyanAir qui non si vedrebbe nemmeno un turista straniero».

Gli esercenti si chiedono come mai non esista una politica mirata a promuovere e sostenere il turismo: «Pescara è una città che si basa essenzialmente su commercio, ristorazione e accoglienza», continua D'Orazio, «non capisco perché non ci sia una politica attiva in questa direzione».

«Noi di stranieri ne vediamo davvero pochi», afferma Gianni Olivieri, direttore del ristorante Regina Elena sull'omonima via, «paradossalmente lavoriamo più d'inverno che d'estate, momento in cui la nostra clientela parte per le vacanze. Il nostro turismo è soprattutto interno, fatta eccezione per romani e campani che hanno casa da queste parti e vengono per i mesi estivi».

Spera in un settembre con risultati migliori Giuseppe Prencipe, responsabile del Caffè Venezia su via Regina Margherita, «finora è stata un'estate da 5 e mezzo, stiamo andando meglio solo da lunedì. Sporadicamente si vede qualche straniero un po' sperduto, che non sa bene cosa fare né dove andare. E poi badano al risparmio. Poco fa una famiglia di quattro persone ha ordinato lo stesso identico menù spendendo 11 euro a testa per il pranzo».

Per Prencipe è meglio lavorare con i pescaresi: «Ma ora purtroppo sono in vacanza, manca quasi il 40% della clientela abituale. Speriamo ritornino presto».

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