Pescara, allarme Blue Whale: decalogo dei presidi per ragazzi e famiglie 

I consigli dei dirigenti scolastici contro il gioco suicida: non più di mezz’ora in rete E mai di notte. Niente pc e smartphone in camera da letto

PESCARA. Trenta minuti al massimo al giorno da destinare ai social network, stabilendo orari precisi e siti consentiti. Evitare di navigare di notte, installare sui dispositivi i sistemi di parental control per bloccare siti pericolosi, sospetti, violenti o pornografici e non utilizzare mai computer, smartphone e tablet in camera da letto.
Sono alcune delle regole contenute in una lettera alle famiglie che, in concomitanza della chiusura dell’anno scolastico, i presidi di Pescara e provincia hanno elencato con la consulenza e il supporto di esperti della polizia postale e di Renato Cerbo, direttore del servizio di Neuropsichiatria infantile dell'ospedale civile. Il documento contiene consigli e riflessioni sull’uso consapevole di Facebook e degli altri social network per tentare di arginare il fenomeno del Blue Whale. Il folle gioco che sta preoccupando i genitori di mezzo mondo, poiché conduce i ragazzini al suicidio, nei giorni scorsi, ha trovato terreno fertile tra il capoluogo adriatico e la Marsica. Per questa ragione, il collegio dei dirigenti scolastici di Pescara e provincia, presieduto da Ada Grillantini, preside dell’istituto comprensivo numero 6, ha deciso di intervenire con un’operazione di sensibilizzazione rivolta ai genitori, poiché «se durante il periodo scolastico possiamo educare gli alunni alla consapevolezza e all’utilizzo corretto di internet e monitorare i rischi, nei mesi estivi, i genitori sono gli unici chiamati a svolgere un ruolo educativo e di controllo».
L’invito fa parte di una serie di misure che le scuole stanno adottando. «Le nuove tecnologie», si legge sulla lettera inviata ai genitori, «stanno incidendo in modo sempre più rilevante sullo sviluppo cognitivo, psicologico e sociale: da una parte possono essere efficaci strumenti di apprendimento e di conoscenza, ma dall’altra parte anche fonte costante di rischio e pericolo per i bambini e i ragazzi esposti a questi mezzi, che sono difficili da controllare anche dagli stessi organi giudiziari preposti alla repressione di comportamenti illeciti. La dipendenza da internet, la diffusione di pratiche illegali violente, sia contro se stessi (istigazione all’autolesionismo e al suicidio) che contro gli altri (come il cyberbullismo), veicolate dai social network e da altri mezzi telematici, lo sfruttamento di questi spazi virtuali da parte di adulti per finalità criminose, la fragilità di tanti ragazzi durante le fasi di transizione dall’età infantile all’età adulta, impongono l’adozione di adeguate misure educative e di prevenzione».
Queste le misure suggerite: rafforzare il dialogo sul corretto utilizzo dei social network e dei nuovi media, ridurre il tempo di utilizzo durante l’arco della giornata al massimo 30 minuti, specie per i ragazzi che hanno meno di 16 anni, mentre sotto i 13 l'uso di Facebook e altri social non è consigliabile. Stabilire orari precisi e siti consentiti, avvalersi di sistemi di parental control, non fornire dati personali, non accettare proposte da sconosciuti, segnalare alla polizia postale quelle situazioni che possano rappresentare un pericolo (minacce, richieste strane), segnalare al medico di famiglia cambiamenti nelle abitudini di vita (irritabilità, distraibilità, insonnia, ansia, umore deflesso, chiusura, apatia o difficoltà scolastica inspiegabile).
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