Enrica Sabatini e Gianni Teodoro

Pescara, causa Teodoro/Sabatini: assolta la consigliera comunale del M5S

Il tribunale ha riconosciuto legittime le critiche dell'opposizione sulla logica spartitoria che portò alla nomina in giunta di Veronica Teodoro. L'assessore Gianni condannato alle spese legali

PESCARA. La consigliera comunale del Movimento 5 Stelle di Pescara, Enrica Sabatini, è stata assolta in primo grado nella causa civile intentata nei suoi confronti da parte di Gianni Teodoro, attuale assessore comunale di Pescara, e papà di Veronica Teodoro, ex assessore, per dichiarazioni che dai Teodoro erano state ritenute lesive nei confronti di Veronica Teodoro. Teodoro è stato condannato anche al pagamento di 8.500 euro di spese processuali.

Cosa dice il dispositivo della sentenza. “È risultato dalla testimonianza del Sindaco di Pescara, Marco Alessandrini che il nome di Veronica Teodoro gli fu fatto dalla Lista Civica di Teodoro. Il Sindaco ha significativamente aggiunto sul punto che né la lista civica di Teodoro, né le altre liste civiche e non che avevano appoggiato la sua candidatura, “non subordinavano né condizionavano tale appoggio al riconoscimento di un posto in Giunta, essendo peraltro ciò implicito nell’ordine delle cose”. Tale testimonianza certifica ciò che invero – alla luce delle altre risultanze – era già scontato, ossia che la nomina della Teodoro venne fatta senza alcuna comparazione meritocratica con altre figure, senza alcuna previa considerazione della effettiva corrispondenza ai requisiti di capacità, competenza e esperienza, richiesti e necessari per il buon governo della res publica, al profilo della Teodoro, bensì come “riconoscimento politico” dell’appoggio che la lista Teodoro aveva dato alla elezione del Sindaco. Tanto basta per ritenere, da un lato, corrispondente al vero il nucleo del messaggio politico diffuso dalla Sabatini, in ordine alla logica spartitoria, post elettorale, insensibile alla valorizzazione delle reali professionalità, sottesa alla nomina di Veronica Teodoro, scelta per il solo fatto di essere stata indicata (senza alcuna previa comparazione con altre figure femminili e senza una selezione operata sul merito, sulle competenze e sulle esperienze pregresse) dalla lista Teodoro, dall’altro che – all’epoca della propalazione del predetto messaggio – fosse assolutamente verosimile (dalla prospettiva degli avversari politici) che quella scelta (operata – come detto – senza alcuna trasparenza sui criteri seguiti e senza alcuna motivazione “ufficiale”) fosse maturata con la mediazione del padre della prescelta, in forza della sua influenza di ultraventennale uomo politico in ambito locale e di “ispiratore, fondatore e presidente della Lista Teodoro”.

«Dopo tre anni oggi è una giornata radiosa perché viene sconfitto il bullismo giuridico e cioè quella attività per cui si viene trascinati in Tribunale, con richiesta di risarcimento danni, da chi non ha quella capacità di dialettica politica, ma che ha anche una debolezza politica che spinge a portare ad atti di intimidazione di questo tipo. Oggi sono estremamente felice perché dopo tre anni la sentenza ci dà ragione sia nel fatto che io avessi espresso un contenuto politico corretto, e la forma con la quale io l'ho espresso. Quindi vince oggi la libertà di espressione e la forza e il coraggio di dire ad alta voce delle cose che qualcuno non vuole dire», ha concluso la consigliera Enrica Sabatini. Il parlamentare Andrea Colletti, avvocato e deputato del M5S ha poi aggiunto che «Quella di oggi non è una giornata importante per il M5S ma per la libertà di espressione e per l'articolo 21 della Costituzione Italiana che protegge chiunque voglia dare una espressione ma anche una critica politica ai politicanti di turno. È uscita in queste ultime ore la sentenza del Tribunale di Pescara sulla citazione di Gianni Teodoro alla consigliera Sabatini che era stata citata per un risarcimento danni per lesione di immagine di ben 250mila euro. Bene, questa sentenza ci ha dato - ha detto il parlamentare - completamente ragione e ha condannato Teodoro anche al risarcimento e al rimborso delle spese legali di questo grado. È questa una sentenza che ci dà ragione e dà ragione anche alla critica politica fatta sulla nomina dell'allora assessore Veronica Teodoro, che poi lasciò spazio alla nomina del padre, assessore Gianni Teodoro. Questa sentenza significa anche che in realtà le persone, i cittadini, i giornalisti possono sentirsi tutelati dal sistema e da queste minacce di risarcimento portate avanti da grandi società, ma anche da politici, e se c'è un giudice terzo ed imparziale, questo giudice davvero può tutelare la libertà di espressione e questo è un monito a chi cita sconsideratamente le persone civilmente per cifre monstre, ma è anche un aiuto e un esempio per coloro che sono cittadini che non devono sentirsi minacciati».