Pescara, città preda del traffico ma nessuno interviene

Ogni giorno circolano sulle strade di Pescara oltre 100mila veicoli Tutte bloccate le misure per la viabilità, realizzate solo poche piste ciclabili

PESCARA. Ogni giorno si muovono nelle strade di Pescara oltre 100mila veicoli a motore. Un dato allarmante se si considera quanto inquinamento producono gli scarichi delle macchine, dei camion e dei pullman. Le centraline dell’Arta, dopo un’estate con l’aria più o meno respirabile, hanno cominciato a segnalare il ritorno dello smog. Il 26 ottobre scorso è stata registrata un’impennata delle famigerate micropolveri oltre i limiti di legge. E gli esperti già preannunciano un peggioramento con il ritorno del freddo. Ma la città resta ferma e gli interventi per cercare di rendere più fluida la viabilità sono bloccati da anni. L’anno scorso con 50 superamenti dei limiti delle polveri a fine anno sono state prese misure temporanee, come targhe alterne e domeniche a piedi. L’amministrazione comunale, in realtà, non può fare nulla, perché il Piano traffico, l’unico realizzato a Pescara, è scaduto nel 2007, cioè da quasi dieci anni. Ora è stata affidato l’incarico per realizzarne uno nuovo, ma i tempi non saranno brevi. Quello che è stato fatto finora riguarda solo le due ruote. Sono stati realizzati nuovi tratti di pista ciclabile.

Ma anche quel Piano, varato nel 2005 e rimasto in vigore per legge solo due anni, di fatto non è servito a granché. Le sole misure adottate dall’allora assessore al traffico Armando Mancini furono delle modifiche ai sensi unici di marcia tra piazza della Marina e via Bardet. Modifiche che scatenarono un vespaio di polemiche e proteste dei residenti. Un’altra misura realizzata nel 2007 fu la chiusura della rampa di uscita dell’Asse attrezzato di piazza Italia, poi subito riaperta l’8 luglio del 2009 dall’ex sindaco Luigi Albore Mascia, subentrato alla precedente amministrazione di centrosinistra, con tanto di cerimonia in pompa magna.

Le altre misure previste nel vecchio Piano traffico, considerate rivoluzionarie, sono rimaste tutte sulla carta. Dalla trasformazione di corso Vittorio a senso unico di marcia, al cambio di direzione di via Fabrizi, fino ai sensi unici ad anello nelle strade del centro per eliminare gli incroci e fluidificare la circolazione. In compenso, un intervento molto discusso per il traffico fu realizzato sempre da Mascia durante la sua consiliatura. L’ex primo cittadino di Forza Italia riqualificò un tratto dell’arteria di corso Vittorio, dove ci transitano circa 7mila auto al giorno e lo pedonalizzò trasferendo il traffico su una stradina by pass realizzata apposta nelle aree di risulta. Fu assalito dalle polemiche e la prima cosa che ha fatto l’attuale amministrazione, appena insediata nel 2014, è stata la riapertura al traffico in un solo senso di marcia del corso chiuso. Ora le auto circolano solo in direzione sud-nord, perché non è possibile ripristinare il vecchio doppio senso di marcia, in quanto la carreggiata è stata notevolmente ridotta con i lavori di riqualificazione e di pedonalizzazione.

Ieri, in proposito, l’ex vice sindaco dell’amministrazione Mascia, all’epoca anche assessore al traffico Berardino Fiorilli, è intervenuto su questa questione riaprendo una polemica che sembrava ormai sopita. «La scellerata decisione del sindaco Marco Alessandrini di riaprire alle auto corso Vittorio», ha affermato, «gli ha fruttato un doppio risultato: il ritorno delle polveri e la distruzione di un asse viario, la cui riqualificazione è costata un milione 400mila euro ai cittadini».

Che non fosse facile intervenire sul traffico di Pescara lo si era già capito nel 1995, quando l’allora assessore alla mobilità Carlo Masci, appartenenente all’ex amministrazione Pace rischiò il suo posto per aver provato a trasformare a senso unico il doppio senso di marcia di viale Bovio, altra arteria fortemente trafficata dove si sono registrati più volte picchi di inquinamento al di sopra dei limiti di legge.

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