Pescara, fiaccole e candele per dire no alla filovia / Foto

Le associazioni tornano a manifestare sulla Strada parco: «I lavori vanno fermati, così si risparmiano 20 milioni»

PESCARA. Tornano ad affollare la strada parco e lo fanno con centinaia di fiaccole, candele e palloncini bianchi tra le mani. I cittadini che da anni si battono per dire no al passaggio della filovia sull’ex tracciato ferroviario Pescara-Penne si mobilitano per ribadire la necessità di fermare i lavori in attesa delle decisioni della magistratura e annunciano al megafono che, senza Filò sulla strada parco, si andrebbero a risparmiare 20 milioni. «Bloccare il cantiere sarebbe un atto di civiltà», urlano i giovani, gli anziani con le biciclette, le coppie scese in piazza con i propri bambini e i tanti rappresentanti delle organizzazioni e dei comitati civici che hanno aderito alla protesta andata in scena ieri sera. Più di 200 i presenti. Gli iscritti e i simpatizzanti dell’associazione Strada parco presieduta da Mario Sorgentone, organizzatrice della fiaccolata, i segretari di Codici Giovanni D’Andrea e Domenico Pettinari, i rappresentanti di Handicap e diversità, Maurizio Biondi e gli altri rappresentanti dei comitati Utenti strada parco e Anti inquinamento elettromagnetico ieri sera, a partire dalle 21, si sono stretti in un lungo serpentone, percorrendo fianco a fianco gli otto chilometri che vanno da villa Sabucchi ai grandi alberghi di Montesilvano. Il fronte del no è determinato a non fermare la propria battaglia. Al di là se Filò possa essere un mezzo utile ad abbattere le alte percentuali di polveri sottili presenti nell’aria cittadina e il tasso d’inquinamento più volte superiore alla soglia consentita dalla legge, la fitta schiera dei contrari cita a menadito le perplessità emerse in merito all’assegnazione del maxi appalto da 31 milioni e il parere contrario espresso dal comitato regionale per la Valutazione di impatto ambientale (Via), senza dimenticare l’inchiesta in atto che ha portato nelle scorse settimane all’iscrizione sul registro degli indagati del presidente della Gestione trasporti metropolitana Michele Russo e dei dirigenti della Balfour Beatty e della Vossloh Kiepe di Milano Giuseppe Ghirardi e Maurizio Bottari, accusati di truffa aggravata, frode nelle forniture pubbliche e falso. In questo delicato contesto Sorgentone, che segue le questioni legate al filobus da diversi anni, si spinge oltre e arriva a paventare cospicui risparmi per le casse dell’amministrazione pubblica, quantificati in 20 milioni di euro, qualora si decidesse di lasciare da parte il collegamento con i pali e i fili e ripiegare sui bus elettrici. «Gli 11 milioni necessari all’acquisto dei sei filobus non sarebbero spesi», dice Sorgentone, «stesso discorso per i fili da 4 milioni non ancora montati. I pali, costati altri 4 milioni, potrebbero invece essere smontati, venduti o riutilizzati».

Ylenia Gifuni

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