Pescara, il Coni accusa il deputato Pdl Aracu Danno di 380 mila euro alla Federpattinaggio

Falsi rimborsi spese: nel mirino del Comitato olimpico e della Corte dei conti indebiti rimborsi, indebito utilizzo di carte di credito federali, spese di rappresentanza prive di giustificativi effettuate dal politico abruzzese quando era presidente della federazione di pattinaggio

PESCARA. Il Coni presenta il conto a Sabatino Aracu: 380 mila euro per indebiti rimborsi, indebito utilizzo di carte di credito federali, spese di rappresentanza prive di giustificativi.

Una serie di condotte che per la Procura della Corte dei conti, vanno «addebitate in primo luogo al presidente e al segretario generale della federazione». Si tratta rispettivamente di Sabatino Aracu e Emilio Gasbarrone.

«Di modesta incisività si sono rivelati i controlli di gestione effettuati dal Coni in una vicenda di "mala gestio" riguardante la federazione italiana hockey e pattinaggio», ha detto il procuratore regionale della Corte dei conti, Raffaele De Dominicis, all'apertura dell'anno giudiziario della sezione Lazio. Il procuratore si riferisce a uno dei due procedimenti aperti presso la Corte dei conti che riguardano due federazioni: la Federpattinaggio, di cui è presidente Aracu, e la federazione pugilistica. Il primo procedimento parla di «illiceità contabili per l'uso anomalo dei beni federali, per eccesso di spesa di rappresentanza, per spese di trasferta ingiustificate e per l'uso spregiudicato delle carte di credito ufficiali». Il danno erariale stimato dalla commissione d'inchiesta del Coni supera i 380 mila euro.

Di pranzi «addebitati alla federazione» ha parlato l'ex moglie dell'onorevole Pdl in tribunale, solo un paio di mesi fa, al processo Del Turco. Sul banco riservato ai testimoni, Maria Maurizio ha raccontato per ore le visite nella casa in via Sulmona di Luigi Conga e di Vincenzo Angelini, di mazzette e pranzi romani, di incontri in Sardegna, di un appunto con nomi e cifre, tirando in ballo alcuni imputati come l'ex assessore alla Sanità Vito Domenici.

Durante la lunga deposizione, la donna ha parlato delle tante case acquistate dal marito, e ha fatto riferimento a «pranzi che venivano pagati con la carta di credito della Federazione di pattinaggio», di cui è presidente: «Mi diceva di fare attenzione alle fatture e lui le girava o all'associazione pattinaggio o ai Giochi del Mediterraneo». E ha continuato: «Dal 2003 ha comprato 2 posti barca in Sardegna, 2 barche, una casa a Roccaraso, una a Olbia, l'attico in via Fabrizi sotto sequestro e in via Carducci. Perfino un trabocco: non si faceva altro che comprare, non ero d'accordo. Da Roma, un giorno Aracu arrivò con 480 mila euro che vidi nella cassaforte. Mi disse che servivano per l'atto di casa di via Fabrizi. Mio marito mi diceva di pagare regolarmente i mutui». Poi la donna ha parlato dei rapporti dell'ex marito con Giuseppe Spadaccini, l'imprenditore degli aerei non indagato da cui furono ospiti in Sardegna, di quelli con Valter Lavitola, non indagato, dicendo in aula che Aracu aveva interessi con Piccone e tirando in ballo il nome di Cicchitto.

Nei confronti di quest'ultimo, inizialmente la Procura si mosse come atto dovuto, ma le accuse sono cadute ed è stato archiviato. Piccone è estraneo all'inchiesta.

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