Pescara, il figlio di Pace: «Nessun rancore, ce l’ha insegnato papà»

La famiglia dell’ex sindaco non solleva polemiche dopo l’investimento fatale. Oggi alle 16,30 la camera ardente in Comune dopo l'autopsia che chiarirà le cause della morte. Funerali domani a Sant’Antonio

PESCARA. È il giorno del ritorno di Carlo Pace in Comune, la sua seconda casa per nove anni e oggi simbolo del cuore dei pescaresi che lì, da questo pomeriggio (dopo le 16,30), gli potranno rendere omaggio; nella camera ardente allestita per l’ex sindaco. Investito da un’auto lunedì pomeriggio e morto in ospedale all’alba di martedì. Dopo 14 ore di ricovero prima in Ortopedia e poi in Rianimazione.

Una morte improvvisa quanto inaspettata, su cui la Procura ha aperto un’inchiesta affidando all’autopsia disposta per oggi dal pm Anna Benigni la chiave di questa dolorosissima vicenda. Il pm che ieri ha ricevuto la relazione della polizia municipale completa della cartella clinica di Pace fornita dall’ospedale, e che ha affidato al dottor Cristian D’Ovidio i suoi quesiti.

In sostanza, il medico che intorno a mezzogiorno assumerà oggi l’incarico in Procura, per iniziare l’esame non oltre le 14 all’ospedale di Chieti, dovrà chiarire com’è morto l’ingegnere. E, quindi, stabilire il nesso causale tra la morte e le lesioni riportate nell’investimento.

Avvenuto mentre l’ingegnere attraversava via Pellico dal lato monti al lato mare, quando da sud è sopraggiunta la Peugeot 106 condotta da un 65enne pescarese che in lacrime, profondamente prostrato, avrebbe riferito di aver notato l’ingegnere di spalle, in un atteggiamento che non lasciava presagire l’attraversamento che poi non è riuscito a evitare. Tanto da travolgere il vice sindaco che nel violento impatto con l’auto ha sfondato il parabrezza.

Ma se l’autopsia dovesse escludere il nesso tra le lesioni riportate e il decesso, ci sarà da verificare quello tra la morte dell’ingegnere ed eventuali negligenze da parte dei medici che hanno trattato il paziente da quando è arrivato in pronto soccorso fino alla morte sopravvenuta alle sei di martedì mattina. In particolare, sotto la lente di ingrandimento del perito (che non sarà affiancato da quelli delle parti), ci sarebbero gli accertamenti svolti dal pronto soccorso e la prima degenza in Ortopedia dove Pace è stato ricoverato con una prognosi di 40 giorni per un politrauma e le sospette fratture agli arti.

Niente, dunque, che lasciasse presagire quello che si è poi consumato successivamente e che ha indotto i medici, dopo un improvviso calo di pressione dell’ex sindaco comunque cosciente, a trasferirlo nel reparto di Rianimazione dove all’arrivo di Pace uno dei medici si sarebbe lasciato sfuggire che avrebbero dovuto portarlo prima. Un passaggio avvenuto poco dopo le 21, quando ai familiari, preoccupati anche per l’esito delle analisi che avevano evidenziato un’abbondante perdita di sangue da parte di Pace, è stato comunque detto che la situazione era sotto controllo e che potevano tornare a casa. Salvo poi chiamarli d’urgenza alle cinque del mattino dopo, per le condizioni sensibilmente peggiorate dell’ingegnere. Deceduto un’ora dopo.

Uno strazio, di chiunque siano le responsabilità, da cui sarà difficile riprendersi per la famiglia che in questo momento chiede solo di poter riavere la salma per piangere e riabbracciare il marito, il padre, il nonno che è stato Pace per la moglie Rossana, per i figli Laura e Bruno e per gli amatissimi quattro nipoti a cui l’ex sindaco dedicava gran parte del suo tempo. Affranti ma senza astio o rancore per nessuno, come sottolinea il figlio Bruno che ribadisce di non voler prendere parte in alcun modo all’inchiesta in corso: «Papà non c’è più, il resto non conta. Non ce l’abbiamo con nessuno, da parte nostra non c’è nessun rancore, men che meno odio, perché lui ce l’ha insegnato. Quello che è successo ce lo dirà la Procura, che va avanti da sola comunque. A noi basta questo. E sapere», aggiunge, «come stiamo constatando in questi giorni, che la città ricorda papà così com’era, un galantuomo. Perché lui era proprio così».

E il tempo del dolore oggi conoscerà forse il suo momento più toccante quando l’ex sindaco verrà riportato a Palazzo di Città dove è stata allestita la camera ardente. Uno strappo alla riservatezza della persona e della sua famiglia, ma un omaggio a quello che Pace ha fatto e rappresenta ancora per la città, come raccontano i tanti messaggi di stima e di affetto registrati in questi giorni nei suoi confronti. Per chi vorrà salutarlo per l’ultima volta, la camera ardente resterà aperta dalle 16,30 circa (ma dipende dall’ora in cui la salma sarà restituita alla famiglia subito dopo l’autopsia) fino alle 21 nella sala consiliare presidiata dalla polizia municipale in alta uniforme. Poi, ancora domani mattina e fino al primo pomeriggio. Proprio dal Comune partirà il corteo funebre per raggiungere la chiesa di Sant’Antonio dove, alle 16 di domani, saranno celebrati i funerali dell’ex sindaco Carlo Pace. Morto dopo un investimento come suo fratello Michele. preside dell’istituto di Civitella Casanova travolto da un camion mentre andava a scuola alla vigilia della pensione.

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