Pescara, in Procura gli atti con le intercettazioni tra Silvio Berlusconi e Valter Lavitola / L'AUDIO

Dalle migliaia di telefonate raccolte negli atti dell'inchiesta di Pescara sui fondi dell'Avanti, emergono nuove intercettazioni shock tra il presidente del consiglio Silvio Berlusconi e il giornalista Valter Lavitola. Le telefonate confermano il rapporto strettissimo tra i due al punto che il Cavaliere rivela all'ex direttore dell'Avanti i suoi odi e le sue ossessioni: "La situazione oggi in Italia è la seguente: la gente non conta un cazzo... Il Parlamento non conta un cazzo... Siamo nelle mani dei giudici di sinistra, sia nel penale che nel civile, che si appoggiano a Repubblica e a tutti i giornali di sinistra, e alla stampa estera". Per risolvere il problema Berlusconi ha una ricetta: "Facciamo la rivoluzione, ma la rivoluzione vera". Colloqui continui tra Lavitola e il premier, con l'affannosa ricerca di non farsi intercettare e beffare "il maresciallo" che ascolta.





ECCO ALCUNI STRALCI DELLE INTERCETTAZIONI

(20 ottobre 2009 ore 9.30)
Lavitola. "Buongiorno dottore come va?".
Berlusconi. "Male male... dimmi...".
L. "Quando ci riusciamo a vedere un minuto?".
B. "Venerdì".
L. "Venerdì ok, l'altra faccenda ancora sulla questione editoria... Ma prima... Quello lì che poi ha incontrato, è andato bene (il riferimento è al generale Spaziante, ndr.)? Perché ho avuto riscontri entusiastici...".
(...)
B. "Non conto niente... Che cosa vuoi che conti... Hai visto la Corte Costituzionale che ha detto che io sono esattamente come gli altri ministri... quindi non ho bisogno di tutele... Allora, parliamoci chiaro, la situazione oggi in Italia è la seguente: la gente non conta un cazzo... Il Parlamento non conta un cazzo... Siamo nelle mani dei giudici di sinistra, sia nel penale che nel civile, che appoggiandosi alla Repubblica e a tutti i giornali di sinistra, alla stampa estera...".
L. "Ci fanno un culo come una casa...".
B. "Poi quando in Parlamento decidono qualcosa che alla sinistra non va, interviene il presidente della Repubblica che intanto non te la fa fare prima... come quella delle intercettazioni... e poi passa tutto alla Consulta, che hanno occupato, e con undici giudici la bocciano. Berlusconi è sputtanato, tiranneggiato, se va in tribunale a chiedere giustizia perché gli hanno dato del buffone... Berlusconi va a Messina, lavora tutta la mattina per rifare le case, va in chiesa e sta tre ore in piedi con la gamba che gli fa male, di fronte alle bare. Abbraccia tutti coloro che deve abbracciare perché hanno perso i cari eccetera ... Poi dalla chiesa va alla sua macchina e ha quindici giovani da una parte e dall'altra che gli dicono "assassino", "buffone", "vergogna", "vai via" "vai a casa", e non succede niente. Vado da un avvocato e gli dico "vorrei denunciare questi qua" e l'avvocato mi dice "lei vuol perdere soldi e tempo". Poi quando Berlusconi aggredito dalla stampa non dico non fa querela, ma semplicemente chiede un danno per far capire a questi giornali che non possono andare avanti così, rivolgendosi in maniera disarmata a quella magistratura civile che gli è ostile e dicendo "se per caso trovo un giudice onesto e vinco, quello che porto a casa lo da ad un'istituzione benefica... ti dicono che non c'è la libertà di stampa, che lui è un dittatore e portano il Parlamento Europeo a discutere e a votare sulla libertà di stampa in Italia... tu capisci che siamo a una situazione per cui: o io lascio, cosa che può essere anche possibile e che dato che non sto bene sto pensando anche di fare, oppure facciamo la rivoluzione, ma la rivoluzione vera... Portiamo in piazza milioni di persone, facciamo fuori il palazzo di giustizia di Milano, assediamo Repubblica: cose di questo genere, non c'è un'alternativa...".
L. "Presidente, però se lei mi permette la prima opzione scordiamocela per due o tre motivi: uno, si distrugge il Paese, due a lei la fanno a fettine sottili come la... come si chiama lì ... la bresaola diventa una cosa doppia, e mica solo a lei, a tutti quelli che...".
B. "Ci vediamo venerdì, ciao".
L. "Un bacio, grazie, buon viaggio".
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