Pescara, in questura una stanza per le vittime e i bambini in ricordo di Jennifer Sterlecchini / VIDEO

Tra quelle nuvole dedicate alla ragazza uccisa nel 2016. Intervista alla dirigente dell’Anticrimine Ester Fratello
PESCARA. C’è una stanza con le nuvole bianche e il cielo celeste tra gli uffici della questura di Pescara, una sala con i giochi a terra e i disegni attaccati sul muro. Questa è la dedica per Jennifer Sterlecchini, la 26enne uccisa con 17 coltellate il 2 dicembre 2016 dall’ex fidanzato Davide Troilo. Ed è qui che uomini e donne dell’Anticrimine e della squadra mobile accompagnano le vittime di violenza. Accanto a loro troppo spesso entrano anche bambini, perché anche loro diventano vittime passive di aggressioni e violenze. «Sono sempre vittime di maltrattamenti», spiega Ester Fratello, dirigente dell’Anticrimine, una delle donne che con la divisa aiuta e combatte per le donne. «I minori vanno protetti attraverso le segnalazioni che facciamo all’autorità giudiziaria minorile o dagli uffici investigativi all’autorità giudiziaria ordinaria».
Ogni femminicidio, da Giulia Cecchettin fino all’ultimo che si è registrato a Lettomanoppello, scuote le coscienze, ma cosa suscita a voi in prima linea?
«Ci lascia un sapore amaro in bocca perché ci impegniamo veramente tanto per cercare di star vicino a tutte quelle persone che hanno bisogno non soltanto di un supporto psicologico, ma soprattutto delle strategie operative che ogni giorno cerchiamo di mettere in campo per frenare la violenza domestica, la violenza di genere. Siamo specializzati in questa attività, ma ogni volta per noi è sempre una grande delusione. Ci sentiamo anche un po’ impotenti, perché quando c’è l’intervento delle forze di polizia, vuole dire che qualcosa non ha funzionato prima».
A volte le violenze avvengono anche in luogo pubblico: guardare e non intervenire ci rende tutti complici?
«L’indifferenza purtroppo va combattuta. Abbiamo a che fare con segnalazioni che ci arrivano anche dai vicini di casa, ma purtroppo quando arrivano è il momento in cui si sta sviluppando qualcosa di troppo grave. La semplice segnalazione del vicino di casa che sente delle urla dall’appartamento sottostante per noi è fondamentale, perché ci consente di intervenire subito, ma arriva già quando purtroppo lo stesso vicino di casa già in altre occasioni quelle urla le ha già sentite. Quindi c’è ancora il timore di interferire nella sfera privata altrui che non si riesce bene a superare».
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