Pescara, l'impresa di Daniele Toto denuncia Banca Caripe

Le mosse della difesa: esposto su un decreto ingiuntivo, l’importo gonfiato di 24mila euro

PESCARA. Una denuncia contro una banca e una richiesta di rateizzazione dei debiti verso Equitalia. Sono queste le mosse difensive della Libra srl, azienda dichiarata fallita per un buco di circa 6 milioni di euro di proprietà della famiglia dell’ex deputato Daniele Toto. Almeno per ora, Toto ha preferito evitare dichiarazioni.

Il fallimento e l’inchiesta penale collegata sono partiti da un atto della Libra, ditta di macchine edili con sede nella zona industriale di Manoppello: a fronte dei debiti verso dipendenti, fornitori, banche ed enti previdenziali, l’impresa aveva chiesto di essere ammessa alla procedura di concordato, ma la richiesta è stata bocciata. Durante il procedimento fallimentare, la ditta ha sostenuto la tesi di un «momentaneo stato di difficoltà».

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Da questa bocciatura, sono arrivate la presa di posizione della procura – che ha chiesto il fallimento – e poi l’apertura del fascicolo penale per bancarotta con 5 indagati. All’udienza del 13 giugno 2014, la ditta ha presentato documenti su un decreto ingiuntivo ricevuto dalla Caripe per 273 mila euro «mentre, nella situazione patrimoniale allegata alla domanda di concordato, il debito verso la Caripe è indicato in soli 249 mila euro». Un importo “gonfiato”, dice la Libra, di circa 24 mila euro: su questi numeri discordanti, la Libra ha presentato una querela. Per il tribunale, però, l’importo contestato e la denuncia della banca non cambiano le carte in tavola: sull’ingiunzione, la sentenza sottolinea che la Libra non ha presentato «documenti sull’opposizione» del titolo; sulla querela, la stessa sentenza afferma che «la copia della denuncia è stata inoltrata alla procura solo tre giorni prima dell’udienza di comparizione».

Nel 2014, la Libra ha depositato anche un’istanza di rateizzazione a Equitalia: ma questo, sottolinea la sentenza, «solo un giorno prima dell’udienza di convocazione». (p.l.)

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