Pescara, la Provincia vuole assumere ma non ha soldi

4 Gennaio 2012

Piano per 29 persone, entrano solo in 9: manca la copertura finanziaria

PESCARA. La Provincia di Pescara, per i prossimi tre anni ha bisogno di ventinove nuove figure professionali per una spesa complessiva che sarebbe di ben 819mila euro. Questo dice la programmazione triennale del fabbisogno di personale 2012-2014, un documento redatto dalla conferenza dei dirigenti dell'ente pubblico e sottoposto all'esame della giunta provinciale guidata da Guerino Testa, che con una deliberazione all'unanimità (erano presenti tutti gli assessori) del 22 dicembre scorso, lo ha approvato.

Il problema è che, nella pratica, si tratta di un libro dei sogni, nel senso che da un lato non c'è la copertura finanziaria per una spesa così considerevole e dall'altro anche ci fosse, non sarebbe spendidile dovendo la Provincia rispettare alcuni parametri di legge. Tra questi il Patto di stabilità, che in materia di spesa per personale e assunzioni, prevede una riduzione nell'anno rispetto all'anno precedente e un'incidenza complessiva di queste spese su quelle correnti inferiore al 40 per cento. Inoltre, quantificando le risorse disponibili per la programmazione delle assunzioni, non si può superare il 20 per cento della spesa corrispondente alle cessazioni dell'anno precedente. In altre parole è come dire che ogni cinque che vanno in pensione o si dimettono, può essere assunto un nuovo lavoratore.

Per quanto riguarda il patto di stabilità, dall'andamento complessivo della gestione finanziaria emerge che la Provincia ha rispettato i vincoli nel 2011. Per la spesa del personale, si nota che nel 2010 la spesa totale è stata pari a 10.908.160 euro, mentre quella dello scorso anno è stata di 9.850.000 euro. La seconda verifica, quella riguardante l'incidenza complessiva delle spese di personale sulle spese correnti, è del 33 per cento, essendo di 14 milioni su una spesa totale di 42 milioni.

In sostanza, tenendo conto di questi vincoli, il piano di ventinove assunzioni da 819mila euro si riduce a 93 mila 190 euro (ovvero il 20 per cento di 467.737,30 euro, frutto dei dodici dipendenti cessati dal servizio nel corso dell'anno passato) per cinque assunzioni a tempo indeterminato e a 123 mila 879 euro per quattro acquisizioni con mobilità esterna, tutte da effettuare quest'anno. Per il 2013 invece, in programma c'è una sola assunzione, per una spesa complessiva di 37 mila euro. Per il 2014 invece non sono previste assunzioni. Di 819 mila euro, quelli effettivamente spendebili si riducono a 254 mila, comprese le assunzioni (in totale due) relative al piano del fabbisogno di personale del triennio 2010-2012, non ancora portate a termine. Con tali aggiunte la capacità di spesa arriva a 890 mila euro.

Elemento che in effetti, già la stessa conferenza dei dirigenti (che ha potere di proposta in virtù dell'articolo 6 della legge 165 del 2001 in tema di organi degli enti locali) aveva segnalato nella relazione consegnata alla giunta per la deliberazione: «Alla luce di quanto rilevato», hanno scritto, «è di tutta evidenza che né la capacità di assunzione a tempo indeterminato, né il ricorso a mobilità sono minimamente compatibili rispetto alle richieste».

Ma allora perché procedere all'approvazione di un piano irrealizzabile, vista anche l'annunciata soppressione delle Province a partire dal 2014? «È un atto dovuto», spiega Valter Cozzi, assessore al Personale, «che va allegato al bilancio e va fatto ogni anno. Abbiamo una pianta organica esagerata, nonostante siano andate via cento persone tra prepensionamenti e precari. In questi anni abbiamo ridotto la spesa per il personale di tre milioni di euro».
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Angelo D'Ottavio, assessore all'Energia: «Se fanno una legge che non bisogna più presentare questo piano, non lo facciamo. È comunque irrealistico fare questi calcoli, è solo un atto dovuto. Inquadri le esigenze, fatto il quadro c'è la procedura di gara, alla quale devi far precedere la procedura di mobilità, che se va a buon fine blocca la gara stessa. Anche se la Provincia chiuderà, non è detto che i vincitori dei concorsi verranno poi assunti».

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