Pescara, movida “a tempo” anche sotto le feste: «Così muore la città»

24 Novembre 2025

Il Comune conferma il limite a mezzanotte per altri 3 mesi, gli esercenti: «È dura, non tutti hanno la forza di proseguire»

PESCARA. Arriva l’ennesima proroga dell’ordinanza “Cenerentola”, che limita gli orari nella zona di piazza Muzii e vie limitrofe per altri 90 giorni. E così, anche durante le festività natalizie, la movida chiude il sipario alle 24. Dopo la bocciatura del Tar al ricorso sulla sospensiva, gli imprenditori sembrano aver deposto le armi, ma tra chi decide di abbassare le saracinesche e chi lotta nonostante le difficoltà, i malumori restano.

Filippo De Bonis, titolare di un locale dell’area in questione, precisa: «Attenzione, però, a non confondere ulteriormente i cittadini, perché ad essere vietata è la somministrazione delle bevande alcoliche, da consumare all’esterno dei locali, a partire dalle 24. E alla stessa ora siamo costretti anche a smantellare tavolini e sedie all’aperto. All’interno e con le porte chiuse possiamo continuare ad accogliere i clienti. Ormai siamo abituati a queste proroghe e il risultato è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo passato un’estate veramente difficile e adesso tocca al Natale. Ormai è così dai tempi del Covid. Alcuni colleghi hanno rinunciato, altri ci stanno pensando. Poi ci sono gli imprenditori e i gestori che resistono e che provano anche a reinventarsi. È evidente che la città, il centro in particolare, non è più quella di prima: è morta. E le conseguenze sono inevitabili: se dalle 24 la piazza e le strade diventano deserte, le situazioni di pericolo aumentano così come il degrado e l’abbandono. Sabato hanno anticipato l’accensione delle luminarie, ma allo stesso tempo manca una visione completa. Basti pensare al costo del parcheggio». Parla di mancanza di un piano strategico per «evitare il declino della città», anche il ristoratore Valerio D’Amico: «queste ordinanze non servono, se le pattuglie presenti controllano solo gli esercenti e le loro supervisioni, per evitare lo sforamento degli orari consentiti all’aperto. Di sicuro in estate lo stop alla vendita delle bevande da consumare all’aperto pesa di più che in inverno, ma durante le festività natalizie le conseguenze negative saranno inevitabili». E aggiunge: «Siamo scoraggiati, questa è la verità, perché non si intravedono ripensamenti né mediazioni. Forse si dovrebbero organizzare delle mobilitazioni più incisive».

Una misura, quella decisa dall’amministrazione Masci, che viene reiterata alla luce delle rilevazioni fonometriche effettuate dall’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente). Il tutto ruota attorno agli sforamenti sui rumori, collegati al piano acustico. E a pesare sulla decisione c’è anche il parere negativo del Tar, che ha bocciato il ricorso presentato dagli esercenti. Di qui una sorta di rinuncia, da parte dei diretti interessati, nel proporre soluzioni. Alessio Porcelluzzi, titolare di un altro locale della zona, spiega: «Siamo scoraggiati sia noi che i clienti. Io lavoro anche nel pomeriggio, quindi ne risento meno. Se penso al Natale, però, mi cadono le braccia. Ad essere penalizzato è anche il turismo. Spiegare a chi arriva da fuori quali sono le rigide regole del fine settimana non è così scontato. I limiti sono controproducenti per le attività commerciali, per gli avventori e per l’intera città. È vero che possiamo continuare a ospitare le persone al chiuso dopo la mezzanotte, ma molti locali (l’80 per cento circa) sono piccoli. Ci reinventiamo e andiamo avanti, ma non tutti hanno la forza di proseguire, perché i danni economici non mancano». La proroga del provvedimento arriva a ridosso della discussione del piano acustico di Pescara vecchia e di quello relativo alla classificazione per più zone.