la sentenza

Pescara, parcheggi a pagamento: sparito un milione di euro

L’ex gestore Ecoesse che li ha incassati senza averne diritto ora non esiste più Comune beffato, l’ultima carta da giocare è chiedere il fallimento della ditta

PESCARA. Più di un milione di euro sparito. Sono finiti nel buco nero della società Ecoesse di Chieti i soldi pagati dai pescaresi, fino a 8 anni fa, per i parcheggi a pagamento. Ora, una sentenza del tribunale di Pescara dice che l’Ecoesse deve ridare al Comune gli incassi delle strisce blu: un milione e 152 mila euro, più interessi e almeno altri 20 mila euro di spese legale. Ma la sentenza che dà ragione al Comune – perché fino al 2007 i parcheggi a pagamento sono stati gestiti senza contratto – è una beffa. L’Ecoesse, nel frattempo, è diventata un fantasma: è stata liquidata nel 2014 e, nel 2015, cancellata dalle imprese. Appena 8 mesi prima della sentenza favorevole al Comune che è arrivata soltanto il 16 febbraio scorso.

In base a questa sentenza, l’Ecoesse ha gestito i parcheggi a pagamento di Pescara senza titolo incassando però oltre un milione di euro. I giudici hanno detto che la società deve restituire quei soldi. Ma l’Ecoesse non esiste più.

Una relazione della dirigente del settore legale del Comune, Paola Di Marco, rivela i contorni di un caso intricato: «Da verifiche effettuate è emerso che l’Ecoesse è stata posta in liquidazione e che le operazioni di liquidazioni non hanno dato luogo ad avanzo non provvedendosi ad alcun riparto tra i soci, così come risulta dal verbale di assemblea di approvazione del bilancio finale di liquidazione al 6 giugno 2014». Significa che non ci sono più soldi per nessuno. La stessa relazione dice anche che «dalle visure effettuate risulta che l’Ecoesse è stata cancellata dal registro delle imprese il 21 maggio 2015». Con la società già dichiarata morta, il Comune si è accorto di esserne creditore: «A oggi», scrive la dirigente dell’avvocatura nell’atto mandato al sindaco Pd Marco Alessandrini e ai suoi assessori, «si evince che il Comune è creditore nei confronti della Ecoesse». Più di un milione di euro che potrebbe essere usato per abbassare le tasse, sostenere le famiglie o aggiustare le strade e che, invece, non si sa più che fine abbia fatto.

Secondo il Comune, però, c’è ancora una possibilità: la giunta ha affidato l’incarico della difesa all’avvocato Quirino D’Angelo, esperto di diritto fallimentare. Sarà lui a cercare di riprendere soldi da una società inesistente. Come? Provando a far fallire l’Ecoesse. «È necessario», spiega Di Marco, «procedere con la massima urgenza ad adottare ogni iniziativa utile finalizzata al recupero delle somme in considerazione del fatto che l’Ecoesse non è più grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni». Il Comune, quindi, punterà a un ricorso «per far dichiarare il fallimento dell’Ecoesse».

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