Pescara, seimila falsi separati per pagare meno tasse

Anagrafe e ufficio Tributi del Comune al lavoro per stanare gli evasori Spuntano residenze fittizie per usufruire di agevolazioni per l’Ici e l’Imu

PESCARA. Gli uomini del fisco li chiamano finti separati. Sono quelle coppie sposate che dichiarano di vivere sotto tetti diversi con un solo obiettivo: pagare meno tasse. A Pescara sono spuntate come funghi da quando il governo ha sospeso il versamento dell’acconto Imu per i proprietari delle abitazioni principali.

L’Ufficio tributi e l’Anagrafe del Comune, al lavoro insieme da mesi, ne hanno scovate addirittura 6mila. Tra queste, ci sono famiglie di avvocati, commercialisti e persino qualche politico. Per carità, per ora nessun caso eclatante come quello della ministra Josefa Idem, costretta a dimettersi giorni fa per una presunta evasione del fisco, ma anche a Pescara sembra essere molto diffuso il fenomeno dei furbetti, pronti ad inventarsi qualsiasi sistema per frodare le tasse. Tutti i contribuenti sospetti riceveranno, però, accertamenti tributari.

L’incrocio dei dati. L’Ufficio tributi, guidato dal dirigente Marco Scorrano e i Servizi anagrafici, di cui è responsabile Roberto Torricella, hanno messo su una macchina da guerra in grado di stanare e colpire gli evasori più nascosti. Incrociando i dati immagazzinati nei super computer sono in grado di verificare la posizione di qualsiasi contribuente, anche di coloro che si sono trasferiti in altre città.

Come ti evado l’Imu. Proprio da questo lavoro di incrocio dei dati anagrafici con quelli dei tributi sono emerse migliaia di posizioni sospette o, addirittura, irregolari. Il caso più eclatante è quello che i tecnici chiamano scissione fittizia. Avviene quando uno dei coniugi, regolarmente sposato, sposta la propria residenza in un altro immobile, sempre di sua proprietà, nello stesso o in Comune diverso. Il trasferimento di residenza, spiegano i tecnici del Comune, viene utilizzato solitamente per usufruire delle agevolazioni previste per la prima casa. Innanzitutto quelle per l’Imu e in passato per l’Ici. I proprietari fittizi delle abitazioni principali, oltre ad evitare il salasso dell’imposta applicata sulle seconde case sfitte, non hanno dovuto pagare quest’anno la rata di acconto dell’imposta, in quanto risultano residenti in un’abitazione principale. Inoltre, al momento dell’acquisto dell’immobile hanno potuto approfittare di una serie di agevolazioni: l’Iva ridotta al 4 per cento, anziché al 10; l’imposta di registro scontata; la detrazione dal reddito degli interessi passivi sul mutuo. Il trasferimento di residenza fittizio ha fatto risparmiare, così, un bel po’ di soldi a questi proprietari. Agli uffici del Comune, risultano ben 6mila coppie, non separate legalmente, che avrebbero utilizzato il sistema della scissione fittizia. «Di per sé non è una violazione di legge», spiegano gli uffici dell’ente, «ma lo diventa se è finalizzata ad evadere le tasse». Questi contribuenti riceveranno presto gli avvisi di accertamento per l’Imu e, per il passato, eventualmente anche per l’Ici.

Cosa dice la legge. La legge che ha istituito l’Imu, al riguardo, è molto chiara. Le agevolazioni previste per le abitazioni principali spettano ai proprietari che dimorano e risiedono anagraficamente negli immobili in questione. Dimorare abitualmente significa vivere realmente in un’abitazione, ossia svolgervi per la maggior parte del tempo le funzioni vitali principali, come mangiare e dormire. Nel caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi, ma situati nello stesso Comune, le agevolazioni, per l’abitazione principale e per le relative pertinenze, si applicano ad un solo immobile. Il regolamento Imu del Comune è intervenuto anche per cancellare qualsiasi dubbio interpretativo sulle residenze in immobili ubicati in Comuni diversi. Nel caso di due coniugi, non separati legalmente, che si stabiliscono in due appartamenti ubicati in Comuni diversi, le agevolazioni sull’abitazione principale si applicano a un solo immobile.

Gli altri casi di elusione. Non ci sono solo trasferimenti fittizi di residenze. Anagrafe e Ufficio tributi hanno scoperto una costellazione di casi di elusione, ossia di sistemi per aggirare la legge e ottenere agevolazioni fiscali. Un altro metodo molto diffuso, emerso incrociando i dati anagrafici con quelli tributari, è quello delle false dichiarazioni Isee (Indicatore del reddito familiare). Un coniuge senza reddito, non separato, trasferisce la propria residenza in un’altra abitazione per far figurare un reddito distaccato da quello del nucleo familiare e usufruire così delle agevolazioni assistenziali e delle esenzioni previste per i cittadini meno abbienti. Sarebbero diverse le persone ricorse a questo metodo per risparmiare sulle rette degli asili nido, per accedere alle graduatorie delle case popolari, per ottenere i contributi destinati ai cittadini senza redditi. Nell’elenco delle furbizie più comuni, troviamo anche la residenza fittizia per subentrare all’assegnatario di una casa popolare. La tecnica è la seguente: un assegnatario di un alloggio popolare fa trasferire a un nipote la residenza nella sua abitazione, in modo tale che, alla sua morte, il nipote potrà diventare assegnatario a tutti gli effetti. Un altro fenomeno frequente sarebbe quello del trasferimento della residenza per poter affittare l’immobile in nero. È il caso di un coniuge che trasferisce fittiziamente la residenza in una seconda casa libera per poterla poi dare in locazione agli studenti senza contratto. C’è persino chi ha spostato fittiziamente la residenza nell’abitazione di un altro soggetto per poter usufruire della sua classe di merito della polizza assicurativa Rc auto.

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