Pescara, stop al mercato etnico dai "no" di 400 cittadini  

Sono circa 400 le osservazioni di cittadini e commercianti al progetto che interessa il sottopasso di via Ferrari. E mercoledì si apre lo scontro sulle spese per i lavori

PESCARA. Sono circa 400 le osservazioni al progetto per la realizzazione del nuovo mercatino etnico nel sottopasso di via Ferrari. Sono tutte richieste di modifica presentate da cittadini e commercianti che non si trovano d’accordo con la proposta dell’amministrazione comunale.
Il numero è superiore alle previsioni, al punto che i tecnici dell’ente sono al lavoro da settimane per dare un parere alle osservazioni, che poi dovranno approdare in consiglio comunale per il voto definitivo. E lì si riaprirà sicuramente la battaglia tra consiglieri favorevoli e contrari. Il capogruppo di Forza Italia Marcello Antonelli ha già messo in guardia che in aula si potranno presentare emendamenti e subemendamenti alle singole osservazioni. Come dire che il centrodestra, da sempre contrario al mercatino etnico nel sottopasso ferroviario, avrà la possibilità di utilizzare le richieste di modifica per fare ostruzionismo e bloccare l’approvazione definitiva dell’apposita delibera di variante al piano regolatore, già adottata dall’aula il 10 marzo scorso.
«Ghettizzare gli aspiranti ambulanti extracomunitari sotto un tunnel ferroviario», hanno detto tempo fa in una nota i consiglieri di Forza Italia, Pescara in Testa e Pescara futura, «non significa integrarli con il tessuto sociale e commerciale pescarese, come strumentalmente tenta di far credere la sinistra locale, ma significa solo rischiare di favorire un nuovo concentrato di illegalità, al pari di quell’area mercatale smantellata dalle aree di risulta proprio perché, secondo quanto scoperto dalle forze dell’ordine, era addirittura la centrale della contraffazione del centro sud Italia».
Insomma, il centrodestra fa capire che la partita per il nuovo mercatino etnico è tutt’altro che chiusa. E la dimostrazione arriva anche dai commercianti.
A giugno, la Confcommercio ha diffuso un comunicato in cui ha ribadito con forza il suo no al mercatino nei locali della stazione. L’associazione di categoria ritiene che sia «una scelta sbagliata, contraria al buon senso e alla legge regionale». «Si tratta, inoltre», ha aggiunto la Confcommercio, «di un utilizzo scellerato di risorse pubbliche che il Comune farebbe meglio a destinare alla riparazione delle strade piene di buche e al ripristino di una situazione di decoro in città».
Di altro avviso il sindaco Marco Alessandrini che, in una dichiarazione rilasciata dopo l’adozione della variante al prg in consiglio comunale, ha espresso soddisfazione per l’esito del voto. «Con questo voto», ha detto, «il consiglio si è impegnato a risolvere una situazione rimasta sospesa per lungo tempo. Situazione che quasi un anno fa, a fronte di una sinergia con le forze dell’ordine e dopo anni di inerzia, questa amministrazione ha affrontato facendosi carico di uno sgombero per far cessare le situazioni di illegalità. La delibera votata va in tutt’altra direzione, che non è quella di riallocare un mercato dell’illegalità, ma di istituire, per la prima volta nella storia di Pescara, un mercato etnico con merce legale proveniente da fuori Abruzzo, con operatori, sia stranieri, che italiani, che abbiano le carte in regola per entrare e le attività limpide e solide per rimanere».
Intanto un primo assaggio, di quello che accadrà nei prossimi mesi in consiglio, si avrà mercoledì prossimo, quando in aula approderà per l’ennesima volta, dopo numerosi rinvii, la delibera sulle spese sostenute per la prima fase dei lavori per la realizzazione del nuovo mercatino etnico nel sottopasso di via Ferrari. Lavori poi bloccati in attesa dell’approvazione della variante al piano regolatore. Si tratta di una cifra irrisoria, 15.126 euro, su una somma complessiva preventivata di oltre 200mila, ma il provvedimento servirà quasi certamente all’opposizione per riaccendere lo scontro sul mercatino etnico.
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